Diritto al lavoro e diritto alla casa sono principi alla base della dignità di ogni persona, insieme al diritto al cibo, alla salute, alla istruzione, alla libertà.
Non è sufficiente però evocarli, i diritti, perché vengano garantiti. Servono condizioni economiche, sociali, culturali, e la volontà politica perché possano affermarsi. Non è sufficiente, per garantire il diritto alla casa e al lavoro, con l’emergenza abitativa e la disoccupazione dilagante che stiamo attraversando, invocare la legalità per risolvere le occupazioni di edifici dismessi da parte di disperati senza dimora o l’attivazione delle persone per trovare un lavoro. Non si può addebitare la colpa ai singoli di un problema collettivo.
Ma, come spesso succede, risulta più semplice dichiarare la condivisione a principi e diritti senza fare lo sforzo per trovare mediazioni e soluzioni efficaci, per una esistenza dignitosa per chi non ha né una casa né un lavoro.
Non è, infatti, civile e umano che ci siano famiglie con bambini, genitori senza lavoro, senza casa, nell’indigenza, soprattutto in una città benestante come Bologna, nonostante la crisi. Così vengono meno tanti altri diritti, quando non si può garantire una alimentazione dignitosa ai bambini, l’educazione e l’istruzione che meritano, la possibilità di costruirsi un futuro migliore, e non già negativamente predestinato.
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