Diritto al lavoro e diritto alla casa
Diritto al lavoro e diritto alla casa sono principi alla base della dignità di ogni persona, insieme al diritto al cibo, alla salute, alla istruzione, alla libertà.
Non è sufficiente però evocarli, i diritti, perché vengano garantiti. Servono condizioni economiche, sociali, culturali, e la volontà politica perché possano affermarsi. Non è sufficiente, per garantire il diritto alla casa e al lavoro, con l’emergenza abitativa e la disoccupazione dilagante che stiamo attraversando, invocare la legalità per risolvere le occupazioni di edifici dismessi da parte di disperati senza dimora o l’attivazione delle persone per trovare un lavoro. Non si può addebitare la colpa ai singoli di un problema collettivo.
Ma, come spesso succede, risulta più semplice dichiarare la condivisione a principi e diritti senza fare lo sforzo per trovare mediazioni e soluzioni efficaci, per una esistenza dignitosa per chi non ha né una casa né un lavoro.
Non è, infatti, civile e umano che ci siano famiglie con bambini, genitori senza lavoro, senza casa, nell’indigenza, soprattutto in una città benestante come Bologna, nonostante la crisi. Così vengono meno tanti altri diritti, quando non si può garantire una alimentazione dignitosa ai bambini, l’educazione e l’istruzione che meritano, la possibilità di costruirsi un futuro migliore, e non già negativamente predestinato.
Sull’occupazione di edifici inutilizzati, non è sufficiente appellarsi alla legalità ma dobbiamo anche costruire politiche e progetti per il lavoro e l'accesso all'edilizia pubblica e privata. Se il lavoro non c’è, non è colpa delle persone che non lo trovano; e non è colpa dei figli, minori, di queste persone, che, almeno per la loro condizione di fragilità, andrebbero tutelati, assieme ai genitori.
In Italia, abbiamo più case che persone senza casa: il problema è la povertà. Manca una misura nazionale di sostegno al reddito, di contrasto della povertà.
Almeno a livello locale, regionale, dobbiamo lavorare per garantire un sostegno a chi non ha né casa, né lavoro, con bambini, immaginando e costruendo azioni di politica attiva del lavoro:
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nel 2014, grazie al nuovo regolamento del Comune di Bologna per l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate negli appalti pubblici, sono circa 67 i cittadini assunti per la pulizia del patrimonio cittadino e per la manutenzione del verde pubblico. Possiamo e dobbiamo fare di più per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati con le “clausole sociali”.
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se l'emergenza abitativa è una priorità dell'Amministrazione comunale, dobbiamo recuperare le risorse per favorire i canoni concordati che rispondono al bisogno primario delle famiglie in difficoltà di risiedere in una abitazione e favorisce l'incontro tra chi offre e chi cerca casa: non possiamo trattare i proprietari che decidono di mettere sul mercato gli immobili come chi decide di lasciarli sfitti e non utilizzati;
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le risorse europee del PON Metro devono essere indirizzate per favorire nuovi progetti per il lavoro e la casa;
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il progetto «Tutti a casa» di Piazza Grande, l’agenzia sociale per l’affitto risponde all’emergenza casa. Piazza Grande si occupa di tutte le pratiche amministrative e burocratiche, raccoglie gli affitti e si occupa della piccola manutenzione dell’appartamento. Sono 71 gli appartamenti e 240 i nuovi inquilini, persone in situazione di fragilità che contribuiscono versando il 30% dell'affitto;
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possiamo coinvolgere in percorsi formativi e di tirocinio le persone nelle attività di ripristino, manutenzione e messa in sicurezza di immobili pubblici, ma anche privati (Ferrovie, Poste, Inps, sono proprietari di spazi da lungo tempo abbandonati), ridandogli una funzione di bene comune abitativo. Non è certo la realizzazione del diritto alla casa e al lavoro, ma un tentativo di dare dignità alle persone.
Il nostro lavoro non è quello di fare campagna elettorale anche su un tema così delicato come quello che riguarda l'emergenza casa e la mancanza di lavoro. Il nostro lavoro è quello di evitare che le persone commettano comportamenti non legali, creando le condizioni sociali e lavorative per consentire alla persone di pagare un affitto.
Se vogliamo davvero costruire legalità, difendere la legalità, allora il nostro riferimento deve essere l'art.3 della nostra Costituzione: "E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori..."
Dobbiamo lavorare per rimuovere gli "ostacoli", assumerci la responsabilità di
una buona politica per il lavoro e l'abitare. Le risorse e i progetti a Bologna non mancano, devono però essere riconosciuti e valorizzati. Devono diventare priorità della politica in città.