La scuola ai tempi del Coronavirus: come costruire una scuola e una società migliori
La scuola italiana è stata la prima a chiudere per l'emergenza Covid-19.
Un anno fa, il 22 febbraio 2020, è stato l'ultimo giorno di scuola. È stato un anno durissimo, la pandemia Covid-19 ha travolto non solo la scuola ma anche le nostre esistenze, provocando sofferenza e dolore.
Oggi, per la scuola, continua il senso di disorientamento e di frustrazione, e la speranza per una vera ripartenza è assegnata ai vaccini, e alla campagna vaccinale del personale scolastico. Decine di migliaia di famiglie, oggi, si ritrovano, di nuovo, a dover scegliere tra lavoro e cura, a fronte di una zona arancione “scura” che chiude gradi scolastici che avrebbero dovuto rimanere in presenza, mettendo così in discussione il diritto all’istruzione.
Durante questi dodici mesi, la didattica a distanza, grazie all'impegno straordinario dei docenti, ha consentito di tenere in vita, nell’emergenza, l’impegno formativo, ma sono aumentate diseguaglianze educative e sociali.
La scuola non ha solo un valore educativo ma anche sociale, inteso come opportunità di esperienza e crescita nella relazione. La scuola forma buoni cittadini attivi, pensanti e capaci di scegliere anche criticamente, attenti a difendere i propri meriti ma anche a perseguire obiettivi comuni, a collaborare con gli altri anche se più deboli, lenti o meno capaci. La scuola è un investimento per il futuro, un investimento per lo sviluppo sociale e civico.