Sabato ho partecipato alla manifestazione “Bologna Accoglie”

Ero insieme ai miei bambini e abbiamo percorso il corteo insieme a Giorgia, una giovane studentessa 18enne che chiede l'approvazione della legge sulla cittadinanza italiana, bloccata in parlamento da troppo tempo per gli egoismi e la miopia della politica. La sua storia è uno dei tanti esempi della vite lasciate nel limbo: serve una legge sulla cittadinanza perché chi nasce in Italia, chi studia insieme ai nostri figli, chi si impegna per il bene di tutti è italiano.

Voleva essere una festa, ed una festa è stata la marcia antirazzista di Bologna per dire no a muri e divisioni e sì all'integrazione, hanno partecipato circa quattromila persone: centri sociali, sindacati e associazioni come Arci, Piazza Grande, Emergency, Libera, Arcigay, Anpi, Amnesty, parrocchie e mondo del volontariato. E tutto si è svolto senza incidenti o quasi: solo una contestazione al Pd e alla vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini. Sui temi dell'immigrazione, siamo contestati da destra a sinistra perché non semplifichiamo per cercare un facile consenso ma cerchiamo di affrontare i problemi per ricercare soluzioni possibili.

Una marcia per una Bologna accogliente e solidale, contro i muri ed il razzismo, poteva e doveva evitare da parte di alcuni slogan e attacchi personali.

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Un “Patto per la Cirenaica”

Durante il mandato precedente, abbiamo approvato 27 POC di qualificazione diffusa, progetti che andranno a riqualificare 31 aree dismesse in città con l'obiettivo di migliorare l'ambiente, aumentare lo spazio pubblico per l'incontro e la partecipazione dei cittadini, e dare una risposta anche sociale realizzando anche alloggi di edilizia residenziale sociale.

Il piano di qualificazione diffusa incentiva il recupero e la riqualificazione urbanistica finalizzati ad un minore consumo del suolo, al miglioramento ambientale e alla sicurezza degli edifici esistenti.

Uno dei progetti riguarda un'area di 8.600 mq dismessa e in obsolescenza nel rione Cirenaica del Quartiere San Vitale-San Donato, in via Libia 69-71. Il progetto prevede la creazione di alloggi (75%, il 15% delle unità destinato a edilizia residenziale sociale) e di spazi per piccole attività economiche e amministrative (12%) e di commercio in strutture di vicinato (13%), con contestuale realizzazione di un tratto di percorso ciclo-pedonale alberato e affiancato da un'area verde di 1.700 mq, l'apertura di un varco sotto al ponte di via Libia e la sistemazione del marciapiede su via Sabatucci.

Una recente inchiesta giornalistica del quotidiano La Repubblica ha denunciato la presenza di detriti fermi sotto il ponte di via Libia oramai da mesi e la volontà del costruttore di chiedere un cambio di destinazione d'uso con la richiesta di realizzare un supermercato.

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Un Patto per il Lavoro contro povertà e disuguaglianze

Il Sindaco Virginio Merola e l'Arcivescovo Matteo Maria Zuppi hanno firmato questa mattina il Protocollo d'intesa “Insieme per il lavoro”, un’alleanza per il sostegno dell'inserimento lavorativo delle persone in condizione di fragilità e per la promozione dell’imprenditorialità. Alle loro firme si sono aggiunte quelle dei rappresentanti delle organizzazioni d’impresa e dei sindacati: Alleanza delle Cooperative, CNA, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Cgil, Cisl e Uil.

Il patto per il lavoro è un piano che intende mettere a sistema le risorse del Comune e della Città Metropolitana con quelle della Curia, con l'obiettivo di creare lavoro per dare risposta a chi è più fragile ed è stato colpito dalla crisi economica. Nei prossimi 4 anni saranno 14 milioni di euro, 10 milioni le risorse comunali e 4 quelle della Curia: Sportello Lavoro, Servizi Sociali e mondo associativo, parrocchie, sindacati, aziende, insieme promuoveranno tirocini formativi e sosterranno l’auto-imprenditorialità di giovani e cinquantenni espulsi dal mondo del lavoro.

Nel periodo di grave crisi economica che stiamo attraversando, la perdita del lavoro evidenzia quanto sia labile il confine che separa la cosiddetta normalità di chi è in salute ed è socialmente integrato, da chi si trova con problemi di riconoscimento occupazionale, esposto ai rischi di isolamento ed emarginazione. Si presenta oggi una nuova esclusione che riguarda le persone che hanno perso il lavoro, le donne sole con figli, i giovani precari.

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Profughi, un nuovo hub per le donne

Gentile Presidente,
il Prefetto Ennio Maria Sodano lascia la città dopo tre anni e, in una recente intervista su un quotidiano locale, ha ricordato non solo i risultati raggiunti ma anche l'importanza di dare continuità all'impegno e al percorso avviato sul tema della casa, della sicurezza e dell'accoglienza dei cittadini stranieri. Ha parlato di disagio sociale e della necessità di valorizzare i tanti edifici pubblici non utilizzati per rispondere al disagio abitativo. Ha sottolineato la necessità di un maggiore coordinamento per provare a rispondere a problemi complessi come quello che riguarda l'ordine pubblico e la situazione di Piazza Verdi.

Infine, nell'intervista, il Prefetto Sodano ha ricordato l'impegno della Regione Emilia-Romagna e della Città metropolitana di Bologna a costruire un modello di accoglienza in grado di essere dignitoso per tutti (sia per chi arriva che per chi accoglie). Il nuovo bando Sprar della Città metropolitana di Bologna coinvolgerà tutto il territorio metropolitano e può aiutare a superare l'emergenza, ma serve la collaborazione di tutti i territori: bisogna affrontare il fenomeno migratorio tutti insieme, in maniera strutturale. È quindi importante coinvolgere attivamente tutti gli enti locali e chiedere loro di partecipare al sistema di accoglienza: serve una equa distribuzione dei profughi e soprattutto la collaborazione di tutti i Comuni.

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Odg 324 Cittadinanza figli stranieri


Presentazione

La legge sulla cittadinanza per i figli nati e cresciuti in Italia da genitori stranieri è ferma in Parlamento da troppo tempo. I ritardi sono della politica e del Parlamento (sono più di 8.000 gli emendamenti presentati dalla Lega Nord).

Il testo della legge, che è stato approvato dalla Camera dei Deputati alla fine del 2015, sarà finalmente discusso in Senato il 15 giugno.
Parliamo di un disagio che riguarda oltre 700.000 giovani che sono nati in Italia, si sentono Italiani e a cui noi con ostacoli e cavilli ogni giorno ricordiamo di non essere italiani e di non essere graditi, nonostante rappresentino insieme ai nostri figli il futuro economico e sociale del nostro paese. Nessun approccio ideologico o buonismo di sorta, ma solo una decisione pragmatica che ci porta a cercare una soluzione alle nuove esigenze che la società ci pone davanti.

Abbiamo bisogno della nuova legge per riconoscere i diritti a persone che devono poter far parte a pieno titolo del paese e della città in cui sono nati. E dobbiamo dire che per noi non ci sono differenze.

 
ORDINE DEL GIORNO PER INVITARE IL PARLAMENTO A DISCUTERE E APPROVARE CON URGENZA LA PROPOSTA DI LEGGE SULLA CITTADINANZA PER I FIGLI NATI IN ITALIA DA IMMIGRATI STRANIERI; PRESENTATO DAL CONSIGLIERE ERRANI ED ALTRI IN DATA 17 OTTOBRE 2016

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