Profughi, un nuovo hub per le donne
Gentile Presidente,
il Prefetto Ennio Maria Sodano lascia la città dopo tre anni e, in una recente intervista su un quotidiano locale, ha ricordato non solo i risultati raggiunti ma anche l'importanza di dare continuità all'impegno e al percorso avviato sul tema della casa, della sicurezza e dell'accoglienza dei cittadini stranieri. Ha parlato di disagio sociale e della necessità di valorizzare i tanti edifici pubblici non utilizzati per rispondere al disagio abitativo. Ha sottolineato la necessità di un maggiore coordinamento per provare a rispondere a problemi complessi come quello che riguarda l'ordine pubblico e la situazione di Piazza Verdi.
Infine, nell'intervista, il Prefetto Sodano ha ricordato l'impegno della Regione Emilia-Romagna e della Città metropolitana di Bologna a costruire un modello di accoglienza in grado di essere dignitoso per tutti (sia per chi arriva che per chi accoglie). Il nuovo bando Sprar della Città metropolitana di Bologna coinvolgerà tutto il territorio metropolitano e può aiutare a superare l'emergenza, ma serve la collaborazione di tutti i territori: bisogna affrontare il fenomeno migratorio tutti insieme, in maniera strutturale. È quindi importante coinvolgere attivamente tutti gli enti locali e chiedere loro di partecipare al sistema di accoglienza: serve una equa distribuzione dei profughi e soprattutto la collaborazione di tutti i Comuni.
Inoltre, le nuove caratteristiche dei flussi migratori, nel mondo e a Bologna, sono sempre più caratterizzati da un’alta percentuale di migrazione prettamente femminile, dove la donna si ritrova ad intraprendere un percorso migratorio non solo come effetto del ricongiungimento familiare ai propri genitori o al proprio marito, bensì come prima protagonista di una scelta di vita necessaria, per darsi un’opportunità di cambiamento e ricollocarsi all’interno del mondo e del sistema familiare e sociale.
Sono tante le donne arrivate sul nostro territorio, madri e figli che fuggono da condizioni di vita inaccettabili, dalla povertà e dalla guerra. Nel 2014 le donne in accoglienza erano appena 5, mentre nel 2016 sono quasi 2.000. Come ne prepariamo l'accoglienza?
Il Centro di via Mattei garantisce una prima accoglienza fornendo cure e controlli sanitari, beni di prima necessità e informazioni di base rispetto alla protezione internazionale. Gli ospiti sono in breve tempo accompagnati in strutture di seconda accoglienza presenti su tutto il territorio regionale. Il Prefetto ha suggerito di costruire un nuovo hub per accogliere le donne migranti e le madri con i loro figli. Un punto di riferimento per offrire accoglienza, riparo e sostegno, una accoglienza maggiormente personalizzata per donne migranti in situazione di disagio sociale, con minori a carico.
Credo che questa proposta vada sostenuta dall'Amministrazione comunale. È importante un luogo di costruzione di relazioni, uno spazio dove, al di là delle differenze date da religioni e culture diverse, le donne migranti trovino nella relazione con altre donne rafforzamento e sostegno concreto. A Bologna, possiamo costruire un progetto di prima accoglienza al femminile, un luogo e uno spazio fisico finalizzato all’integrazione delle donne migranti fin dal loro primo arrivo sul nostro territorio.
Concludo ricordando le parole del Prefetto quando afferma di “lasciare” una città che ha molte virtù: “Se tutto il Paese marciasse come questo territorio, avremmo molti meno problemi”.