Approvare la riforma sulle carceri
Il Consiglio superiore della magistratura si è rivolto direttamente alle Camere perché si esprimano sulla riforma dell’ordinamento penitenziario approvata lo scorso 16 marzo dal governo Gentiloni.
Più misure alternative al carcere, esclusi i reati più gravi. Questo il cardine della riforma dell'ordinamento penitenziario, approvata in Consiglio dei Ministri. Il sovraffollamento è il senso delle nuove misure, perché aumenta il rischio che la pena non sia rieducativa, da qui il potenziamento della rieducazione come del reinserimento sociale. Vengono poi stabilite maggiori tutele per i diritti dei detenuti in termini di salute, identità di genere, incolumità personale, vita interna alle carceri e rapporti con l'esterno.
Le misure previste nella riforma puntano ad abbattere la recidiva, che resta la più alta in Europa, seppur in Italia si spenda quasi 3 miliardi l'anno per il trattamento dei detenuti. L'obiettivo principale è rispettare la legge e gli orientamenti della Corte Costituzionale, della Corte di Cassazione e delle Corti europee.