OZ Bologna

Unipol ha dato 10 giorni di tempo a OZ per liberare l’ex Samp di via Stalingrado...

OZ BolognaL'esperienza innovativa di OZ, l’urban park indoor più grande d’Italia e fra i più importanti d’Europa (attività di sport urban-freestyle e circensi, arti visive, musicali, ludiche), non può essere chiusa.
La nuova proprietà Unipol non può disinteressarsi della città e chiudere un’esperienza innovativa, a cui partecipano centinaia di cittadini. La responsabilità di impresa è sociale e anche territoriale, il profitto non può essere l’unica via.

E il Comune di Bologna deve impegnarsi per trovare una soluzione e dare continuità a OZ, sostenendo un'esperienza unica per quantità e qualità delle attività proposte.
http://www.ozbologna.org

Question Time, chiarimenti sull'applicazione delle clausole sociali ai bandi di Hera

bolognaL'assessore al Lavoro Marco Lombardo ha risposto alle domande d'attualità dei consiglieri Francesco Errani (Partito Democratico) e Amelia Frascaroli (Città comune) sull'applicazione delle clausole sociali ai bandi dell'azienda partecipata Hera.

Domanda d'attualità del consigliere Errani

Gentile Assessore, nel nostro territorio la condizione di fragilità occupazionale e povertà riguarda fasce sempre più ampie di cittadini.

Nel 2017, a Bologna, si registrano circa 25mila disoccupati, ma aumentano invece le persone inattive (non occupate né in cerca di occupazione), sono 152.000. Inoltre, secondo una recente ricerca dell’Istituto Cattaneo, a Bologna ben 113.000 cittadini vivono una condizione di disagio economico assimilabile ad una condizione di povertà. Se a questi aggiungiamo coloro che non dichiarano reddito e che hanno reddito nullo, possiamo dire che a Bologna quasi il 40% dei contribuenti – pari a quasi il 30% dei residenti in città – vive in condizione di disagio economico prossimo ad una condizione di povertà, un numero enorme e davvero allarmante.
Parliamo di persone che, a causa della crisi economica, rischiano di scivolare da una condizione di autonomia e indipendenza ad una situazione di svantaggio socio-economico, abitativo e sanitario.

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L'azzardo non è un gioco

Il Consiglio comunale di Bologna ha approvato il nuovo Regolamento per la prevenzione e il contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco d’azzardo.
Le scommesse sono in aumento e la spesa (anche sociale) per il gioco è enorme.

L'azzardo non è un gioco

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Il “Crescentone” sarà accessibile alle persone disabili

Crescentone Bologna Piazza MaggioreIl progetto prevede la realizzazione di due rampe semicircolari di accesso al “Crescentone” per le persone in situazione di disabilità, poste a metà dei lati lunghi.

Si tratta di uno dei luoghi più frequentati e visibili della nostra città ed è importante che sia accessibile a tutti i cittadini, anche alle persone disabili.

Il centro della nostra città ha una organizzazione medievale e ciò comporta inevitabilmente la presenza di vincoli rispetto alla mobilità. Occorre fare i conti con barriere architettoniche, ma anche sensoriali, culturali e informative. Come per tutti gli altri problemi, anche per la mobilità in centro è importante una rilevazione informativa su quali siano le problematiche che rendono difficile gli spostamenti, non solo delle persone con disabilità, ma di tutte le persone che, per motivi molto comuni, come l’anzianità, una temporanea inabilità, hanno una mobilità autonoma limitata.

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La povertà è ingiustizia sociale

Gentile Presidente,
il Consiglio di Stato, a seguito di un ricorso promosso dall’associazione “Avvocati di strada”, ha giudicato illegittima l’ordinanza anti mendicanti del Comune di Carmagnola.

Illegale sarebbe certamente un raket che costringa le persone all'umiliazione dell'elemosina e, se se ne ha notizia, dovrà essere comunicata alla Magistratura. Il dovere di chi ha responsabilità politiche è quello di ricercare soluzioni alla riduzione delle povertà materiali e sociali, non certo perseguendo la solidarietà ma indirizzandola verso progetti che curino il riscatto di chi vive nella esclusione e nella marginalità.

 L’idea di multare chi fa elemosina, sperando così di non vedere più poveri nelle nostre città, è una risposta sbagliata, ingannevole. Non risolve il problema né di chi è costretto a chiedere aiuto, né di chi fa un gesto di solidarietà verso gli altri. Un gesto gratuito e senza secondi fini. Forse il gesto più naturale ed umano, dei gesti.

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