Question Time, chiarimenti sull'applicazione delle clausole sociali ai bandi di Hera
L'assessore al Lavoro Marco Lombardo ha risposto alle domande d'attualità dei consiglieri Francesco Errani (Partito Democratico) e Amelia Frascaroli (Città comune) sull'applicazione delle clausole sociali ai bandi dell'azienda partecipata Hera.
Domanda d'attualità del consigliere Errani
Gentile Assessore, nel nostro territorio la condizione di fragilità occupazionale e povertà riguarda fasce sempre più ampie di cittadini.
Nel 2017, a Bologna, si registrano circa 25mila disoccupati, ma aumentano invece le persone inattive (non occupate né in cerca di occupazione), sono 152.000. Inoltre, secondo una recente ricerca dell’Istituto Cattaneo, a Bologna ben 113.000 cittadini vivono una condizione di disagio economico assimilabile ad una condizione di povertà. Se a questi aggiungiamo coloro che non dichiarano reddito e che hanno reddito nullo, possiamo dire che a Bologna quasi il 40% dei contribuenti – pari a quasi il 30% dei residenti in città – vive in condizione di disagio economico prossimo ad una condizione di povertà, un numero enorme e davvero allarmante.
Parliamo di persone che, a causa della crisi economica, rischiano di scivolare da una condizione di autonomia e indipendenza ad una situazione di svantaggio socio-economico, abitativo e sanitario.
Per far fronte a questa situazione, nel mandato precedente (2013), abbiamo deciso di inserire le “clausole sociali” nei bandi del Comune di Bologna per dare più spazio al lavoro per persone in situazione di svantaggio (sono uomini e donne in situazione di disabilità, ma anche cassaintegrati, disoccupati di lungo periodo, ultracinquantenni senza lavoro, giovani inoccupati, adulti soli con figli). Con il bando quinquennale da 42 milioni di euro per la manutenzione del verde pubblico, 2,5 milioni di euro sono serviti per sostenere l’inserimento lavorativo e contrastare il disagio e la fragilità. Ne hanno beneficiato più di 100 persone, anche disoccupati di lungo periodo e ultracinquantenni esodati.
Senza aumentare la spesa pubblica.
È una buona pratica e un ottimo risultato, un deciso passo in avanti nella costruzione di un nuovo modello di welfare promozionale, di politiche attive per l'inclusione socio-lavorativa e per fare fronte all'emergenza disoccupazione.
La condizione di ingiustizia e di iniquità sociale richiama l’urgenza morale e politica di trovare soluzioni praticabili, coinvolgendo tutti gli attori pubblici, del privato sociale e del mondo profit, tutti portatori di una responsabilità sociale nelle comunità locali di appartenenza.
È incomprensibile e inaccettabile quindi la decisione del Gruppo HERA di eliminare le “clasuole sociali” dal bando per il servizio di raccolta differenziata di abiti usati. Il rischio è di chiudere un’esperienza che negli ultimi 5 anni ha dato risultati sociali (impegna tutti i giorni da ormai 5 anni 23 persone di cui circa il 70% svantaggiati), ambientali (dal 2012 la raccolta di abiti è aumentata del 50%), economico (il servizio, senza nessun costo per HERA e cittadini, ha ottenuto un compenso aggiuntivo annuo di circa 70mila euro). Tra l’altro, la cooperazione sociale di Bologna (coop Fraternità, coop la Piccola Carovana, Coop Pictor, Coop Arca di Noè) in questi anni ha investito più di 1ML di euro in cassonetti, automezzi e impianti per dare a Bologna un impianto innovativo (primo in italia) per trasparenza e tracciabilità.
Rischiamo di perdere un'occasione unica, se vogliamo davvero cambiare la politica anche a Bologna e passare dalle parole alle azioni concrete.
Se vogliamo essere credibili, dobbiamo passare dalle dichiarazioni alle azioni concrete.
Risposta dell'assessore Lombardo
Gentilissimi consiglieri vi ringrazio per avere posto questo tema all'attenzione di quest'aula, credo che il motivo per il quale si deve rispondere nasce dal fatto che le considerazioni poste riguardano temi sul lavoro, sulle politiche attive di inserimento al lavoro sul quale rientrano le clausole sociali, ma sono convinto che su questo, così come sulle attività delle partecipate, la collaborazione con il collega Davide Conte sarà sempre massima nell'assicurare il nostro impegno.
Tralascio il fatto di cronaca che tra l'altro parte da una vicenda giudiziaria la cui competenza è della Magistratura rispetto al tema di Hera e al tema degli stage retribuiti, e mi concentro invece su quello che è l'oggetto specifico della vostra domanda sulle clausole sociali.
Segnalo che il Comune di Bologna, riguardo all'inserimento di soggetti svantaggiati, ha adottato il Regolamento delle procedure contrattuali per l'inserimento lavorativo di persone in condizione di svantaggio in Consiglio comunale, ad ottobre 2013, questo aveva l'intento di favorire l'inserimento lavorativo e l'occupazione delle persone in condizione di svantaggio (individuando tutte le tipologie che rientrano in questa definizione) e di evidenziare il ruolo dell'Amministrazione comunale chiamata, da un lato, ad avviare un intervento di politica attiva del lavoro, in un contesto di grave crisi economica, consentendo di adottare misure di sostegno a carattere non assistenziale, senza aumentare la spesa pubblica, tramite la sua attività contrattuale e dall'altro a promuovere la responsabilità sociale d'impresa delle aziende del territorio.
Sono d'accordo con il consigliere Errani, noi dobbiamo non solo dare una valutazione statistica e numerica dei dati, qualche settimana fa mi è capitato in quest'aula di citarvi un dato dell'Istat che con il 71,8% del tasso di occupazione ci riconosce il ruolo di prima città italiana metropolitana in tema di occupazione. Non ci possiamo accontentare di questi dati perché questi dati non tengono conto, sia delle persone che un lavoro ce l'hanno e magari lo vogliono cambiare o non hanno diritti così come vorrebbero, o non hanno la possibilità di aspirare a quella posizione contrattuale che invece vorrebbero, sia perché questi dati non tengono conto degli inattivi, cioè di quelle persone che non ricercano lavoro.
E' proprio in queste considerazioni, in questo impegno, come Protocollo Appalti del Comune, e come estensione dei Protocolli di Sito che il Comune ha esteso non solo alle partecipate, ma anche ad aziende private, noi abbiamo sempre tenuto, e continuiamo ancora a ribadire, l'importanza del tema delle clausole sociali, quindi anche nei negoziati per i Protocolli di Sito che stiamo ancora portando avanti con le organizzazioni sindacali, proprio nell'idea che quando ci sono dei passaggi inevitabili la stabilità occupazionale e la qualità dell'occupazione debba essere mantenuta e salvaguardata.
Segnalo su questo tema, che l'operatività della clausola dovrà, in qualche modo, tener conto anche delle linee guida in consultazione stilate dall'Anac. Valuteremo, conclusa la consultazione, come e se recepire le indicazioni. Ribadisco che sempre più il nostro obiettivo rimane quello di promuovere la stabilità del personale impiegate e della qualità del lavoro, rivolgendo particolare attenzione ai lavoratori più vulnerabili e svantaggiati ma tenendo anche conto che Cantone, per esempio, ci dice che l'obbligo di mantenimento delle clausole sociali non può essere considerato un obbligo giuridico vincolante ma in qualche modo tendenziale che ci pone un rischio, diciamolo, di arretramento rispetto a quello che voleva essere invece il nostro tema delle clausole sociali come obbligo giuridico vincolante di stabilità nei posti occupazionali, dobbiamo tenerne conto di questo, sappiamo che noi possiamo avere un grado di incidenza maggiore laddove noi parliamo di partecipate in cui il Comune ha la maggioranza e invece abbiamo minori margini di manovra laddove invece ci rivolgiamo a partecipazioni minoritarie del Comune o ad aziende private che devono tener conto delle clausole sociali ma anche dell'organizzazione complessiva delle loro attività imprenditoriali, come riconosciuto tra l'altro dalla giurisprudenza delal corte di Giustizia in merito.
Quindi c'è la necessità di bilanciare diversi interessi che rischiano di essere contrapposti ma questo non farà venire meno il nostro impegno sul tema del mantenimento delle clausole sociali, sul tema del mantenimento della clausola sociale in riferimento anche alle persone in condizione di svantaggio economico e per arrivare all'oggetto specifico della vostra domanda in riferimento al possibile bando di Hera per la raccolta dei vestiti, io credo sia importante segnalare alla società la necessità di mantenere e privilegiare le clausole sociali come da specifico protocollo del Comune di Bologna e come era stato previsto dallo stesso atto che riguarda Hera in cui si ricorda 'il valore etico della clausola sociale al fine di promuovere la continuità occupazionale e altresì di prevedere un obbligo di confronto preventivo tra cedente, cessionario e organizzazioni sindacali'. Sottolineo anche l'obbligo di comunicazione preventiva, perché tante volte sono le stesse organizzazioni sindacali che ci chiedono, in caso di mutamento di bandi già fatti, di essere informate preventivamente sulla situazione occupazionale e sull'attribuzione a specifiche realtà come realtà cooperative di tipo B o altre nello svolgimento di queste particolari attività, che sono sicuramente meritorie non solo dal punto di vista della sostenibilità ambientale, ma anche dal punto di vista della sostenibilità economica e sociale. Quindi credo sia giusto ribadire in quest'aula che la nostra intenzione è quella di verificare ed esercitare tutte le nostre azioni e leve per far sì che venga rispettato il protocollo, per ciò che rientra nell'organizzazione delle attività di Hera anche in riferimento alle clausole sociali e all'inserimento lavorativo delle persone in condizioni di svantaggio economico e sociale.