Gli invisibili senza tampone: dobbiamo estendere i tamponi anche agli operatori sociali
In questi giorni in cui chiediamo ai cittadini di Bologna di restare a casa per frenare l'epidemia COVID-19, c'è chi affronta notte e giorno l'emergenza Coronavirus. Stiamo affrontando un'emergenza sanitaria, problemi di tipo economico, ma non possiamo dimenticare i servizi sociali che, a Bologna, di fronte all’emergenza, si stanno riorganizzando.
Se usciremo dalla crisi, sarà in gran parte merito di medici, infermieri e del personale degli ospedali. Sarà anche merito di educatori, assistenti sociali e volontari che continuano a occuparsi delle persone più fragili.
Le categorie da sottoporre al test, oggi, in via prioritaria, sono giustamente gli operatori sanitari, come anche i residenti nelle Rsa e nelle strutture per lungodegenti. Ma, in questi giorni in cui chiediamo ai cittadini di Bologna di restare a casa per frenare l'epidemia COVID-19, c'è chi affronta notte e giorno l'emergenza Coronavirus sul piano sociale e non solo sanitario: penso a chi lavora per le persone più fragili, in raccordo con le parrocchie e con le associazioni di volontariato. Insieme al personale medico che lavora nelle strutture sanitarie della nostra città, sono tanti gli operatori del sociale e del mondo educativo che, invece di rimanere a casa al sicuro con i propri cari, si trovano a dover fronteggiare la pandemia Coronavirus.