G8 Genova, vent'anni dopo, Bologna non dimentica
Dopo vent'anni ha senso ricordare Genova?
La Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia per tortura per i fatti della Diaz al G8 di Genova. Secondo i giudici, è stato violato l’articolo 3 della convenzione europea dei diritti umani sul “divieto di tortura e di trattamenti disumani o degradanti”.
La politica hai mai chiesto scusa? Per la morte di Carlo Giuliani, per le violenze alla scuola Diaz, le violenze presso la caserma di Bolzaneto, che oggi richiama i pestaggi e le violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere?
Sono passati vent’anni di ricostruzioni fasulle e, ancora oggi, resta il buco nero delle responsabilità politiche. Nessuno ha pagato per le violenze del G8 e molti sono stati invece promossi.
Grazie alle inchieste della magistratura, alle centinaia di testimonianze raccolte, alle migliaia di immagini scattate da videocamere e fotocamere indipendenti, emerge chiaramente la strategia della tensione nella gestione del G8 di Genova e, quindi, le responsabilità della politica.
Credo importante ricordare i fatti del G8 di Genova perché si è trattato di un elemento di stortura della nostra democrazia, incompatibile con lo stato di diritto.
È importante ricordare Genova anche perché, oggi come allora, è necessario ripensare a un altro mondo possibile: serve una riflessione sulle conseguenze che ha avuto sul nostro presente la drammatica sottovalutazione delle domande poste dai movimenti nel 2001, con soluzioni che avrebbero potuto cambiare in meglio la vita delle persone e del mondo, se fossero state ascoltate.