Arvaia: cittadini coltivatori biologici
Un nuovo modello di sviluppo, che parte dal basso e da cittadini che si mettono insieme, e da istituzioni che li sostengono. La storia della cooperativa di cittadini coltivatori biologici Arvaia e del Parco Città Campagna a Bologna insegna come sia possibile fare economia e creare lavoro, puntando su partecipazione, bene comune, sostenibilità, ambiente e salute.
La cooperativa Arvaia è la prima CSA (Community supported agricolture) in Italia, cittadini coltivatori biologici con in gestione 45 ettari di terreno pubblico. È stata fondata nel 2013 e oggi i soci sono più di 450 (la maggioranza donne): dalla semina al raccolto, la gestione del lavoro è collettiva e i prodotti sono destinati prevalentemente alla sussistenza dei soci stessi (una realtà di autoproduzione e consumo a Km 0).
Il terreno coltivato da Arvaia è quello del Parco Città Campagna, voluto dal Comune per preservare un tratto di territorio rurale di pregio nella pianura ovest della nostra città. Il progetto del parco è il risultato di un percorso partecipato che ha coinvolto le associazioni che da tempo animano con attività culturali, sociali e agricole, il territorio.
Questa mattina, grazie alla II Commissione, i Consiglieri comunali hanno avuto l’opportunità di visitare la cooperativa e conoscere l’esperienza e la storia di Arvaia e del Parco Città Campagna, e abbiamo imparato che attraverso la partecipazione dei cittadini è possibile fare sviluppo (sono quasi 10mila le ore di volontariato nel 2018), avendo come riferimento non solo i criteri economici, ma quelli etici, ambientali e sociali.
A inizio anno, i soci di Arvaia definiscono un budget, che comprende tutte le spese di produzione, e decidono cosa coltivare e come organizzare il lavoro. Il budget viene suddiviso per il numero dei soci e la singola quota annuale consente di ricevere settimanalmente frutta e verdura sufficienti per una famiglia. I prodotti – dalla cipolla alla fragola, dalla zucca ai fagioli – vengono raccolti due volte a settimana e consegnati attraverso 10 punti di distribuzione in varie zone della nostra città. E non finisce qui, perché una delle finalità di Arvaia è creare occupazione: sono 12 i soci lavoratori. Arvaia collabora con l’Università di Bologna, Coop Iris, CampiAperti, Mag6, Genuino Clandestino, Gas di Bologna, Aress, Camilla, Camere d’aria, e con tante altre realtà sociali, culturali, educative e economiche.
Da parte nostra, occorre valorizzare queste esperienze e moltiplicarle. Serve un impegno attivo delle istituzioni, una collaborazione per sostenere un modello innovativo e condiviso che può essere replicato in tutto il territorio metropolitano di Bologna, come buona pratica da imitare.