Garantire il diritto alla scuola

La scuola è stata la prima a chiudere per l’emergenza sanitaria Covid-19.

classe vuotaLa comunità educativa è stata travolta e le risposte per garantire la continuità della didattica sono avvenute a “macchia di leopardo”. La didattica a distanza è un problema complesso che purtroppo rischia di incidere negativamente sulle disuguaglianze educative e sociali, che è proprio quello che a Bologna non vogliamo e cerchiamo da sempre di contrastare in tutti i modi. C’è stata una straordinaria risposta del sistema scolastico in città nell'organizzazione della didattica online, ma ovviamente è emerso che non tutte le famiglie possono essere adeguatamente attrezzate (pensiamo alle risorse economiche ma anche educative e culturali).

A Bologna e in Emilia-Romagna il diritto allo studio è da sempre una delle priorità di intervento, ma adesso siamo anche noi in grande difficoltà. Ora che si parla di “ripartenza”, manca ancora chiarezza sulla riapertura delle scuole. Come finirà l’anno scolastico e come ripartirà la scuola a settembre? Se si riparte, anche la scuola deve ripartire, perché nella scuola c'è il futuro, immediato e prossimo, del nostro Paese. È importante che la scuola sia considerata come priorità della ripresa, con un piano chiaro e condiviso per la riapertura.

Alcuni Paesi europei hanno deciso di riaprire nidi, scuole dell’infanzia e primarie, in particolare per i figli del personale sanitario (Austria, Danimarca, Portogallo, Francia, Germania, Estonia, Lussemburgo, Polonia, Paesi Bassi, Cipro, Grecia). La maggioranza degli Stati (Italia, Finlandia, Belgio, Lituania, Spagna, Bulgaria, Romania, Ungheria, Malta, Irlanda, Repubblica Ceca, Lettonia, Croazia, Slovenia, Slovacchia) ha comunque dichiarato di prediligere un approccio graduale ‘step by step’.

In Germania, i servizi educativi per i figli dei lavoratori dei servizi pubblici essenziali sono rimasti sempre aperti. E in questi giorni sono state riaperte le classi dell’ultimo anno di scuola superiore per sostenere gli esami. In Olanda, le scuole primarie riapriranno a fine aprile e gli istituti secondari riapriranno a giugno. In Francia, le scuole accoglieranno gli studenti dal 25 maggio.

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La Giornata Mondiale Vittime dell'Amianto

pericolo amiantoDomani è la Giornata internazionale per ricordare le vittime dell’amianto. Nonostante siano passati più di 25 anni dalla sua messa a bando, in Italia di amianto si continua a morire. Nella giornata del 28 aprile 2020, alle ore 10.00 in Piazza Nettuno a Bologna, l’Associazione Familiari e Vittime Amianto Emilia Romagna assieme al Sindaco di Bologna Virginio Merola, depositeranno sotto il sacrario dei caduti della Resistenza, una Corona in ricordo di tutte le vittime dell’amianto.

A Bologna, prima città in Italia, abbiamo un piano comunale per liberare la nostra città dall’amianto entro il 2028, ma ci sono ancora più di 1.800 edifici ancora da bonificare e più di 470.000 mq di coperture in cemento amianto. Il 22 dicembre 2016, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità una nuova proposta per chiedere di rimuovere l’amianto dagli immobili di proprietà comunale entro la fine di questo mandato, entro il 2021.

Il Comune di Bologna è impegnato con un progetto pluriennale che va oltre il mandato per raggiungere l'obiettivo "zero amianto" e lavorare a un'idea di città sostenibile dal punto di vista ambientale e della salute, bonificando i siti a più alto rischio come scuole, ospedali, edifici pubblici, impianti sportivi.

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Le porte delle carceri non devono rimanere chiuse

Le porte delle carceri non devono rimanere chiuseGentile Presidente, anche il Parlamento europeo, chiede all'Italia di garantire i diritti delle persone private della libertà personale e combattere il sovraffollamento nelle carceri. Lo testimoniano anche le numerose sentenze di condanna inflitte all'Italia dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per la mancanza di "spazio vitale" nelle celle, i trattamenti "inumani e degradanti" cui i carcerati sono spesso sottoposti, i tempi della giustizia penale, il numero di detenuti in attesa di giudizio.

La scorsa settimana, il Consiglio d'Europa si è espresso sulla situazione dei detenuti, sottolineando l’urgenza di proteggere i loro diritti durante la pandemia. L'esplosione del Covid-19 ha reso infatti esplosiva una situazione già drammatica e i provvedimenti promossi dal Governo sono ancora insufficienti.

Rappresentanti dell'avvocatura, magistrati di sorveglianza, garanti dei detenuti, sindacati dei lavoratori della polizia penitenziaria, oltre a presidenti emeriti della Corte costituzionale e lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiedono di intervenire perchè le condizioni di vita nelle carceri e la prossimità tra i detenuti sono fattori che possono agevolare il contagio fino a portare alla morte (come accaduto a Bologna), mentre dovremmo tutti riflettere sull'importanza del rispetto costituzionale del "fine rieducativo della pena".

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Coronavirus: scuola online e famiglie in difficoltà

Gentile Assessore, come conseguenza della pandemia Covid-19, le lezioni scolastiche sono svolte in modalità on-line a causa della chiusura delle scuole prevista dal Dpcm che proroga il regime delle misure di contenimento fino al 13 aprile. Non tutte le famiglie hanno però le risorse per permettere ai figli di seguire le lezioni scolastiche, perchè non sono in possesso di pc o tablet. Tablet e Pc sono strumenti indispensabili per seguire le lezioni a distanza, ma oltre 46mila insegnanti e famiglie, in Italia, sono in difficoltà.

Le carenze di strumenti informatici, ma anche il sostegno educativo, l’accompagnamento e l’alfabetizzazione informatica, potrebbero trovare risposta dalla rete e dalle risorse educative della nostra città. Il Comune di Bologna, in accordo con la Regione e il Ministero, potrebbe promuovere iniziative per permettere ai giovani studenti in difficoltà di seguire le attività scolastiche in modalità online, coinvolgendo il mondo del volontariato e le aziende del territorio.

La segnalazione dei bambini che hanno necessità di pc portatili e tablet potrebbe pervenire direttamente dalla scuole e dalle Associazioni che sono a conoscenza delle situazioni di bisogno. Per questo credo importante la disponibilità di tutti, comunità educativa, istituzioni ai diversi livelli, aziende del territorio e mondo del volontariato, a sostegno di chi è in difficoltà.

smart students

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Carcere e Covid-19: dobbiamo ridurre il sovraffollamento per evitare una tragedia nelle carceri

La situazione del sistema carcerario italiano, di fronte al sovraffollamento e al calo di risorse, è drammatico. All'interno della Casa Circondariale di Bologna, la capienza di 500 detenuti è abbondantemente superata dalle 822 presenze.

Alcuni giorni fa a Bologna è morto un detenuto, a causa del contagio da Covid-19. È l'ennesimo dramma al quale purtroppo siamo ormai abituati nelle carceri. Questa morte pesa come una piuma nella coscienza collettiva e non basta certo a convincere i benpensanti che uno stato democratico ha il dovere di garantire condizioni di vita dignitose anche in un luogo di restrizione. Il carcere non dovrebbe infatti punire, ma rieducare. Per cercare di capire, non riesco a non prendere prima di tutto in considerazione la domanda: lasciar morire non è forse un modo, anche se non voluto e sicuramente più nascosto, di dare la morte? La Costituzione della Repubblica Italiana afferma il principio che la pena ha fini di recupero e di reinserimento sociale.

Carcere e Covid-19

Il Comune di Bologna, in questi anni, ha riattivato lo Sportello del cittadino dentro il carcere, che offre un servizio di rilascio della documentazione anagrafica. Abbiamo ripristinato all’interno del carcere cittadino la figura dell’assistente sociale che garantisce il collegamento “tra dentro e fuori”, tra il detenuto e la città, supportando i detenuti negli ultimi 6 mesi di detenzione e nei primi mesi di libertà, per favorirne il reinserimento sociale ed evitare le recidive. Abbiamo riattivato il Comitato Locale per l'esecuzione penale per mettere in rete tutte le risorse e esperienze già attive e che possono attivarsi.

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