Cinevasioni, il cinema dentro al carcere
Questa mattina sono stato in carcere ed è stato bellissimo: c’erano tanti giovani delle scuole superiori e abbiamo visto anche un bel film. No, non sono impazzito né ho avuto problemi con la giustizia. È che stamattina alla Dozza ho assistito alla “prima” di Cinevasioni, il primo festival del cinema in carcere. Esatto: le proiezioni sono tutte dentro al carcere e anche la giuria, presieduta da Ivano Marescotti, è composta da detenuti.
L'obiettivo del festival, spiegano gli organizzatori, è “portare il linguaggio e la cultura cinematografica all'interno della realtà carceraria e aprire il carcere ad autori e studiosi del cinema”. È anche così che si favorisce il collegamento “tra dentro e fuori”, un collegamento indispensabile, se davvero si vuole fare del carcere un luogo di pena, ma anche di rieducazione e per il reinserimento sociale.
A Bologna, in questi anni, si è fatto molto. Il Comune ha riaperto lo Sportello del cittadino dentro il carcere, che fa servizio d’anagrafe, e ripristinato la figura dell’assistente sociale, che supporta i detenuti negli ultimi 6 mesi di detenzione e nei primi mesi di libertà. Anche io ho fatto la mia parte, sia portando i consiglieri comunali dentro la Dozza e il Pratello, sia e soprattutto con un ordine del giorno che ha permesso di riattivare il Comitato locale per l'esecuzione penale, che mette in rete tutte le risorse e le esperienze dentro e intorno al carcere.
Il tempo trascorso in carcere, infatti, deve essere un tempo di riprogettazione di vita. Alla Dozza ci sono alcuni progetti che vanno in questa direzione: il coro diretto dal maestro Napolitano; il laboratorio sartoriale all’interno della sezione femminile, che offre alle detenute la possibilità di imparare un mestiere; il laboratorio per il trattamento di materiali elettronici in collaborazione con Hera; l'officina meccanica promossa dalle imprese metalmeccaniche bolognesi Ima, Gd e Marchesini Group.
Da parte mia, l’ho già detto e lo ribadisco, lavorerò per valorizzare queste esperienze e moltiplicarle: i servizi, le piccole cooperative per l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate, il volontariato, l'Università. Serve un impegno attivo delle istituzioni, serve la collaborazione delle imprese, delle cooperative sociali e delle associazioni di volontariato.