Il Comune di Bologna si occupa soprattutto di nidi e materne. Su questi, i tre elementi fondamentali sono: le richieste, i costi e la qualità dei servizi educativi e scolastici.
Sulla domanda, credo che il posto alla scuola dell'infanzia sia un diritto a Bologna, e in primis è il Comune che si deve fare carico della gestione della scuola dell'infanzia, partendo dalla qualità che negli anni è stato in grado di produrre.
Sulla qualità della scuola, è giusto ricordare che la scuola non ha solo un valore educativo ma anche sociale. La scuola contribuisce al futuro sociale e civico, non forma solo “scolari” ma anche cittadini attivi, è un investimento per il futuro.
Sulle risorse. Per garantire la qualità della scuola, è importante mantenere un forte ruolo da parte del Comune di Bologna per garantire non solo investimenti ma anche uno sforzo verso una maggiore giustizia sociale. Penso all’integrazione dei bambini con disabilità e stranieri, come anche l’attenzione alle famiglie in difficoltà.
La cura della vita materiale della scuola riguarda anche la mensa.
La decisione del Comune di Bologna di trasformare la tariffa del servizio di refezione scolastica della scuola dell’infanzia comunale in tariffa di frequenza, senza che questo comporti per le famiglie un aumento dei costi, ha aperto un dibattito in città e molti sono coloro che criticano il provvedimento, sostenendo che in questo modo viene cancellato il principio della gratuità della scuola dell’infanzia comunale bolognese.
Condivido della critica la mancata “partecipazione”, non la discussione sul principio di gratuità perché la scuola dell’infanzia a Bologna rimane in sostanza gratuita e il provvedimento inoltre non graverà sulle famiglie.
Sulla partecipazione. La cura della partecipazione dei genitori al progetto educativo è centrale per la qualità della nostra scuola, e doveva essere il nostro metodo per affrontare e condividere la decisione che stiamo prendendo oggi. La politica deve imparare ad affrontare i problemi apertamente, coinvolgendo chi i problemi li vive. In questo senso, così come abbiamo fatto durante lo scorso mandato con il percorso partecipato 0-6 e l’Istruttoria pubblica sulla scuola dell'infanzia, dobbiamo proseguire un confronto sulla scuola, non dimenticando la nostra storia. La scuola bolognese è nata a seguito di un percorso di cittadinanza attiva.
Sul merito della delibera, proprio per garantire e salvaguardare la gratuità della nostra scuola, credo importanti gli emendamenti alla delibera e l’Ordine del giorno collegato.
Da un lato, con questa scelta, riconosciamo il valore educativo del momento del pasto. Dall’altro, il Comune di Bologna risparmierà 1,3 milioni di Irap che potranno essere utilizzati per una forte riduzione delle tariffe degli asili nido e per investire sui servizi educativi e scolastici, come ad esempio il sostegno alle bambine e ai bambini in situazione di disabilità.
Emendamenti: “Nella scuola dell’infanzia comunale il momento del pasto è considerato parte essenziale dell’offerta formativa, pertanto la frequenza della scuola è soggetta al pagamento di una tariffa equivalente e non superiore al costo della refezione scolastica”.
Ordine del giorno: “ad investire annualmente le risorse recuperate dall'introduzione della tariffa di frequenza delle scuole dell'infanzia comunali, quale quota di contribuzione del servizio di refezione scolastica: sui servizi educativi e scolastici e per ridurre le tariffe dei nidi di infanzia comunali.”
È una proposta inclusiva. Da un lato garantiamo alle famiglie dei bimbi della scuola dell’infanzia che la tariffa di frequenza non supererà mai il costo della refezione scolastica che già pagano, dall’altro rispondiamo a un bisogno che c’è in città e riguarda i bimbi più piccoli che frequentano i nidi: 1,3ML di euro recuperati con l’IRAP saranno investiti sulla scuola, per abbassare le tariffe dei nidi e sostenere i servizi educativi e scolastici, come il sostegno dei bambini in situazione di disabilità.
Le famiglie bolognesi quindi non pagheranno 1 euro in più e la scuola dell’infanzia bolognese continuerà a essere gratuita, ma avremo anche più risorse per sostenere chi è in difficoltà e per abbassare le tariffe dei nidi.
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