La scuola deve essere la priorità: serve la vaccinazione del personale scolastico e ridurre il numero di alunni in classe
il 14 luglio sono stati pubblicati i risultati delle prove Invalsi dell'anno scolastico 2020-2021, le prime dopo l'inizio della pandemia di Covid-19.
Alle fine delle scuole medie, il 39% degli studenti non ha raggiunto il livello minimo di italiano (il 34% due anni fa), in matematica il dato è al 45%, quasi uno studente su due (il 39% nel 2019). Alle scuole superiori, il mancato raggiungimento del livello minimo di italiano riguarda il 44% degli studenti, contro il 35% di due anni fa; mentre in matematica si arriva addirittura al 51%, un balzo in avanti rispetto al 42% del 2019. Il 9,5% degli studenti che completa le scuole superiori ha competenze di base fortemente inadeguate, la cosiddetta dispersione scolastica implicita, a differenza del 7% del 2019. Ancora peggiore è la situazione guardando alle differenze territoriali: in Campania, il 73% degli studenti è sotto il livello minimo di competenza in matematica, ma in generale in tutto il sud d'Italia i numeri sono più critici rispetto al resto del paese. Decisivo è il contesto sociale ed economico, la situazione familiare, in cui i poveri diventano sempre più esclusi.
I risultati scoraggianti dei test Invalsi documentano la perdita di apprendimenti maturati in questi due anni di scuola, durante la pandemia Covid-19, certificando l'inefficacia della didattica a distanza e delle strategie per contrastare la dispersione scolastica. La Dad, inoltre, ha ampliato le disuguaglianze, complicando i gravi problemi strutturali già presenti nella scuola italiana.
Le chiusure della scuola italiana sono state, inoltre, le più lunghe d'Europa, senza che si sia fatto nulla per rendere le scuole e la frequenza scolastica più sicure e più favorevoli agli apprendimenti. Con la didattica a distanza si rischia di perdere una generazione. Stanno aumentando le disuguaglianze e si assiste ad un abbandono silenzioso da parte di alcuni studenti. La scuola in presenza è importante perché consente un'interazione migliore, permettendo di salvaguardare la “classe” come luogo fisico di relazioni tra studenti e insegnanti, valorizzando l'insegnamento e l'apprendimento grazie anche alla comunità educativa.
Serve maggiore chiarezza nelle scelte che riguardano la scuola: dobbiamo garantire la continuità educativa e il diritto all'istruzione in presenza. E serve una maggiore attenzione alla tutela delle situazioni di fragilità e al benessere delle studentesse e degli studenti. Dobbiamo dare priorità all'educazione, costruendo soluzioni non solo per riaprire le nostre scuole ma anche per garantire la continuità della didattica in presenza. E serve un progetto politico culturale sull'educazione e sulla scuola che possa coinvolgere direttamente gli studenti.
Per garantire l'anno scolastico in presenza che inizierà a settembre, quello che si può fare ora, nel breve, è certamente favorire in ogni modo la vaccinazione del personale scolastico, ma dobbiamo anche ridurre il numero di alunne e alunni in classe per garantire la scuola in sicurezza.
Tra le riforme previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, è prevista anche la riforma dell'organizzazione del sistema scolastico con l'obiettivo di fornire soluzioni concrete a due tematiche in particolare: la riduzione del numero degli alunni per classe e il dimensionamento della rete scolastica.
Ma anche con il piano vaccinale e la riduzione degli studenti per classe, la scuola italiana non sarebbe salva, perché c'è una lista infinita di problemi sistemici che non si troveranno risolti.
Dobbiamo fare ogni sforzo per garantire la ripresa della scuola in presenza di qualità e sicura a settembre, per consentire a tutte le studentesse e gli studenti le opportunità di apprendimento e crescita che spettano loro di diritto. Riportando, quindi, la priorità di investimento nell'educazione, anche grazie ai fondi europei e al PNRR italiano, e la priorità degli interessi degli studenti nell'agenda politica italiana, garantendo alle giovani generazioni le opportunità di crescita e apprendimento.