Per favorire un passaggio generazionale, è tempo di ridistribuire la ricchezza
Per finanziare questa “dote”, il Pd propone di portare al 20% l'aliquota dell’imposta di successione per le eredità da genitori a figli superiore ai 5 milioni di euro. Una proposta di tipo redistributivo, perché tassa le famiglie più ricche per trasferire i proventi alle fasce meno abbienti e più giovani della popolazione, con l'obiettivo di favorire la mobilità sociale ed evitare il consolidamento “feudale” dei patrimoni all'interno delle stesse famiglie.
Negli Stati Uniti, l'aliquota massima è del 40% e la tassazione media dei patrimoni ereditati è del 17%. Anche nella maggior parte dei paesi europei l'imposta di successione è più alta: in Francia varia dal 5 al 60%, con un valore medio del 45%. In Germania, è del 30%, nel Regno Unito del 40%. In generale, l'aliquota media dell'imposta di successione nei paesi OCSE è del 15%.
In Italia, a confronto, l’imposta di successione è bassissima. La franchigia è di 1 milione di euro e l'imposta è di appena il 4%. Per favorire un passaggio generazionale, credo giusto ridistribuire la ricchezza, un'imposta progressiva sui “vantaggi ricevuti”, accompagnata da un’eredità universale a favore dei giovani che compiono 18 anni.
Nel periodo di grave crisi che stiamo vivendo, l'impatto della pandemia sull'economia è enorme. In tutta Europa, milioni di cittadini hanno perso il lavoro, persone che si sono ritrovate improvvisamente senza un reddito. La situazione che stiamo vivendo è molto seria e credo che la politica abbia una grande responsabilità: dobbiamo essere capaci di sostenere le persone in difficoltà, anche attivando fondi dedicati, utili a sostenere la mobilità sociale, tutelare i diritti e la coesione sociale dei nostri territori.
Dobbiamo superare questa fase difficile in modo solidale, e serve solidarietà a tutti i livelli, una collaborazione estesa a tutti i cittadini, non solo per la risposta alla crisi ma anche per il futuro delle nostre società.
Anche la recente intesa tra i Ministri del G7 per una tassa minima globale sulle multinazionali di almeno il 15%, purtroppo inferiore alla proposta degli Stati Uniti del 21%, credo vada nella direzione di contrastare disuguaglianze e di ridistribuzione della ricchezza. Come le proposte che verranno discusse nel prossimo Consiglio dell'Unione Europea: un salario minimo europeo come rimedio alla disuguaglianza e alla povertà lavorativa, parità retributiva tra donne e uomini, e la questione dei lavoratori delle “piattaforme”.
Accanto all’area dell’esclusione sociale tradizionale, oggi, si presenta infatti una nuova esclusione che riguarda le persone che hanno perso il lavoro, le donne sole con figli, i giovani precari. In particolare, la difficoltà di progettarsi una vita adulta da parte di una quantità crescente di giovani è un aspetto che alimenta il rischio di un conflitto fra generazioni.
Ripensare, oggi, un nuovo modello di sviluppo, richiede alla politica di fare scelte per contrastare l'aumento delle disuguaglianze e di valorizzare le persone e le risorse della nostra comunità: dare un’eredità a tutti i giovani, per rafforzare il senso di comune appartenenza e accrescere la loro libertà nel momento del passaggio all'età adulta, libertà di seguire le proprie aspirazioni, di viaggiare, di studiare; di tentare un progetto imprenditoriale.
Per favorire un passaggio generazionale, è tempo di ridistribuire la ricchezza e di dare un’eredità a tutti i giovani.