Il Covid ci ha insegnato l'importanza dell'investimento sulla sanità pubblica: prevenzione, medicina territoriale diffusa e domiciliarità

Quanti morti e quante sofferenze potevano essere evitati se negli anni non si fosse proceduto a tagli negli investimenti per la sanità?

Nella situazione di crisi sanitaria e economica che stiamo attraversando, credo importante riflettere sull'importanza di investire sulla nostra sanità pubblica e su un nuovo piano di organizzazione della salute. La pandemia ha reso visibile l'importanza non più trascurabile di una medicina territoriale diffusa. Anziché servizi in cui concentrare chi ha bisogno di cure, servizi che devono andare verso chi ha bisogno di cure: medicina scolastica, poliambulatori di territorio, superare la soluzione delle RSA per gli anziani e pensare ad opportunità alternative, poiché le RSA sono una istituzionalizzazione e quindi una separazione dal vissuto quotidiano.

Il Covid ci ha insegnato l'importanza dell'investimento sulla sanità pubblica: prevenzione, medicina territoriale diffusa e domiciliarità

La cura della pandemia richiama la convergenza più aspetti: cura delle regole, cura dell'educazione, cura di un'organizzazione di servizi che siano intessuti con la vita quotidiana delle persone.

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha sottolineato l’importanza dell’assistenza domiciliare, dichiarando che “l’Italia deve diventare il Paese con il più alto investimento in assistenza domiciliare”.

Secondo l'OCSE, le persone anziane e gli operatori sanitari sono stati colpiti in modo sproporzionato dalla pandemia, e in questo l'Italia è in prima fila. La pandemia da Covid 19 ha messo in luce tutti i problemi della sanità italiana e dell'assistenza a lungo termine, facendo emergere problemi strutturali preesistenti. In Italia, la spesa sanitaria pro-capite è del 15% inferiore alla media dei paesi OCSE e dobbiamo interrogarci anche sul modo in cui vengono utilizzate le risorse pubbliche.

La pandemia da Covid ha mostrato l'importanza di avere un sistema sanitario capace di reagire anche ad emergenze impreviste, ma ora c'è la necessità di un maggiore sforzo e impegno nazionale e internazionale per migliorare il nostro sistema sanitario, dando priorità alla sanità pubblica.

Basta tagli. Dobbiamo investire, ripensando il SSN, con le parole prossimità e vicinanza ai bisogni delle persone:

  • collaborazione tra Stati e Regioni a livello europeo per sviluppare e condividere buone pratiche e innovazione cliniche e organizzative;
  • rete degli Ospedali pubblici per adeguare capacità e adattabilità del SSN, evitando ulteriore riduzione di posti letto ospedalieri (rinnovando tutti gli ospedali e costruendo di nuovi);
  • medicina di territorio, con MMG/PLS orientati alla presa in carico delle persone (prossimità);
  • cure domiciliari: cure domiciliari ospedaliere, territoriali e socio-sanitarie, con particolare attenzione alle persone fragili e non autosufficienti.
  • collaborazione con le persone assistite, le loro famiglie, i cittadini e le Associazioni: partecipazione delle persone, delle famiglie, dei Caregiver e delle Associazioni, per disegnare le politiche per la salute.

La sanità costa, ma non averla costa di più.