La scuola è un diritto, sia l'ultima a chiudere e la prima a riaprire
L'immagine di chi non s'arrende sono gli studenti e i genitori in piazza Maggiore sabato 7 novembre, con il comitato "Priorità alla scuola" che si è mobilitato per chiedere che la scuola sia l'ultima a chiudere e la prima a riaprire.
La richiesta della scuola di nuovo in piazza è che sia ripristinato "il diritto all'istruzione, non garantito dalla didattica a distanza". Le amministrazioni devono impegnarsi a migliorare il trasporto pubblico e i presidi sanitari nelle scuole, ma anche differenziare gli orari di scuole e aumentare la possibilità per le persone di lavorare da casa.
Il timore del mondo della scuola riguarda anche la scelta del Governo di nuove restrizioni per contrastare la diffusione del Covid-19 e quindi di nuove chiusure anche delle nostre scuole.
Le scuole sono sicure.
Lo ha dichiarato il Commissario straordinario Domenico Arcuri quando ha affermato che “… la scuola è uno dei luoghi più protetti, non risulta faccia crescere i contagi ...” e lo ha sottolineato Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell'Ausl di Bologna, confermando che anche a Bologna "... in genere il tasso di contagio è del 2%, quindi questo vuol dire che la scuola è sicura ...".
Gentile Presidente, come accade negli altri paesi europei, le priorità da salvare in caso di lockdown sono 3: la salute, la scuola e il lavoro che richiede una necessaria presenza fisica. In quasi tutti i paesi europei, nonostante il lockdown, le scuole rimangono aperte. Chiuderle deve essere l'ultima misura a cui pensare, significherebbe una sconfitta per tutti.
Dobbiamo garantire il diritto allo studio e assumerci la responsabilità di decidere le priorità e ricercare soluzioni per tenere aperte le nostre scuole, consapevoli che è anche una questione di salute pubblica, e che l'apprendimento è nella relazione con insegnanti e compagni.