Richiedenti asilo e lavoro

Bologna Si Cura

Sono 14.510 i richiedenti o titolari di protezione internazionale o umanitaria accolti in Emilia-Romagna. Di questi, 13.213 sono accolti nei Centri di Accoglienza straordinaria e negli Hub, e 1.297 nelle strutture del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Il maggior numero di richiedenti asilo è presente a Bologna: 2.435.

Con il progetto “Bologna Si-Cura”, hanno cominciato l’attività di volontariato 30 richiedenti asilo, provenienti da Nigeria, Burkina Faso, Gambia, Biafra, Senegal, Guinea, Pakistan e Costa D’avorio, che si sono offerti per attività di volontariato sul territorio per migliorare il decoro urbano della nostra città. Si tratta di piccoli interventi di cura e pulizia dei beni e degli spazi comuni urbani. Il progetto è finanziato con circa 10.000 euro dei costi assicurativi obbligatori e per la formazione. Dopo una prima fase di sperimentazione, si estenderà a tutto il centro storico, ai parchi pubblici e alle periferie dei quartieri e ha l’ambizione di occuparsi anche della pulizia dai cosiddetti “graffiti”.

Può essere un percorso utile, ovviamente se ci si guadagna tutti: i cittadini avranno una città più curata e i richiedenti asilo una valorizzazione delle loro competenze, che andranno anche formate. L’art. 22 del Dlgsl 142/15 consente infatti ai richiedenti asilo di svolgere attività lavorativa dopo che sono trascorsi 60 giorni dalla presentazione della domanda di protezione internazionale.

La proposta è di recuperare un progetto del Comune di Bologna del 2014 per la pulizia dal "vandalismo grafico", un'occasione anche di inserimento sociale e lavorativo di 11 persone in situazione di difficoltà per cause fisiche, psichiche o sociali, ma anche uomini e donne che vivono situazioni di inoccupazione e disoccupazione anche di lunga durata. Le manutenzioni della nostra città si sono rivelate una sorprendente occasione per valorizzare tante competenze professionali inutilizzate e per rendere più sicuri e accoglienti i nostri ambienti di vita.

Possiamo dare un indirizzo sociale alla spesa pubblica, coinvolgendo le imprese sociali, i servizi e le persone in situazione di svantaggio, costruendo un nuovo modello di sviluppo possibile che supera la logica assistenzialistica e caritatevole. È importante infatti valorizzare le competenze delle persone, comprese quelle degli uomini e delle donne richiedenti asilo, per ridurre i pregiudizi e il razzismo. Senza un riconoscimento di competenze infatti potremo avere al massimo la pietà.

A Bologna, grazie anche alle manutenzioni del nostro territorio, possiamo costruire un progetto di prima accoglienza e percorsi di integrazione sociale e lavorativa, e rendere la nostra città più bella e più sicura.

https://www.francescoerrani.it/cosa-ho-fatto/interventi-inizio-seduta/293-primo-cantiere-per-la-pulizia-dal-vandalismo-grafico.html

http://www.comune.bo.it/news/pulizia-dei-graffiti-squadre-attive-azzo-gardino

http://www.comune.bologna.it/news/rimozione-dei-graffiti-dal-teatro-comunale

La cura del patrimonio pubblico: occasione per valorizzare competenze e ridurre pregiudizi La cura del patrimonio pubblico: occasione per valorizzare competenze e ridurre pregiudizi