Quale idea di mobilità cittadina? Chi sono gli utenti deboli della strada?
Siamo tutti “utenti deboli”. Sono utenti deboli i bambini, gli anziani, le persone in situazione di disabilità, i genitori con i passeggini, i ciclisti, e i pedoni. E anche chi guida è solo momentaneamente un “non pedone”.
Se guardiamo alle statistiche degli incidenti, pedoni e ciclisti non sono in conflitto tra loro ma vittime entrambi di motocicli ed autovetture.
Per la politica quindi, prima devono venire i pedoni, poi le bici, il trasporto pubblico, i taxi, i veicoli leggeri, le auto, e infine i veicoli pesanti. Investimenti, decisioni e obiettivi devono seguire queste priorità.
Nel mandato precedente il Comune di Bologna ha fatto un grosso sforzo per promuovere la mobilità ciclabile, incrementando la rete di piste dedicate e sviluppando altre iniziative (la Consulta della bicicletta, il Bici Plan, la Velostazione, etc.). Sono certo che anche la nuova giunta proseguirà sulla medesima strada (è in fase di realizzazione il progetto di “byke sharing”). Se vogliamo infatti dare seguito agli impegni assunti con la firma della Carta di Bruxelles (15% di mobilità ciclabile al 2020), è necessario un salto di qualità che parta da un’accurata e dettagliata analisi della domanda (quali i percorsi più utilizzati dai ciclisti nei quotidiani spostamenti casa-lavoro) da compiere con la collaborazione dei ciclisti stessi e delle loro associazioni. Certo, occorre rispettare il Codice della Strada e occorrono prudenza e rispetto reciproco, sempre e da parte di tutti, ma è importante aumentare le aree veramente pedonali e ciclabili. Questo cambiamento deve essere fatto dall’inizio alla fine del mandato, testando problemi e trovando soluzioni mese dopo mese, dialogando in maniera continua con cittadini, imprese e commercianti. I dati sulla qualità della vita e l'aumento della sicurezza stradale dovrebbero vincere ogni scetticismo e il la città di Bologna potrebbe diventare un riferimento a livello europeo.
Credo sia un errore per chi amministra una città alimentare invece un conflitto, mentre dobbiamo lavorare per realizzare una mobilità più sostenibile e sicura per tutti.