Reddito di solidarietà alle famiglie in difficoltà
Gentile Presidente, la povertà non è una scelta, è ingiustizia sociale.
In Emilia-Romagna in questi anni il tasso di povertà relativa è passato dal 2,2% del 2009 al 4,5% nel 2016, il che significa che circa 200.000 persone hanno difficoltà economiche a procurarsi beni e servizi. Sono invece oltre 65.000 le famiglie (3,3%) al di sotto della soglia di povertà assoluta, ovvero che non hanno reddito sufficiente a soddisfare i bisogni ritenuti essenziali. A questo si aggiunge il dato della emarginazione adulta che riguarda oltre 4.000 persone senza dimora.
Il contrasto alla povertà deve essere priorità della politica.
In Regione Emilia-Romagna oggi parte il “reddito di solidarietà” per contrastare la povertà. Sono circa 20mila le famiglie che potranno ricevere un sostegno economico fino a un massimo di 400 euro mensili per non più di 12 mesi, un sostegno legato a progetti di inclusione sociale e lavorativa. La Regione stanzierà 35 milioni di euro all’anno di risorse proprie che si sommano ai 37 milioni dello Stato per il Sostegno all’inclusione attiva (Sia). A queste risorse si aggiungono anche 20 milioni del Fondo sociale europeo per promuovere tirocini formativi finalizzati all'inserimento lavorativo.
La Vice Presidente Gualmini ha ricordato che è un nostro dovere farsi carico dei più deboli. Anche il Comune di Bologna è impegnato in progetti concreti per contrastare la povertà.
Penso all'esperienza degli “Empori solidali” che danno un sostegno concreto a famiglie con minori e alle “clausole sociali” negli appalti pubblici per sostenere l’inserimento lavorativo e contrastare il disagio e la fragilità.
In Emilia-Romagna e a Bologna stiamo lavorando per costruire un nuovo modello di welfare, con proposte concrete per dare dignità alle persone.