Scuole "schedate" a Bologna sulla (inesistente) teoria gender
Gentile Presidente, intervengo a proposito della cosiddetta (e inesistente) "teoria gender".
Giovedì a Palazzo D’Accursio il Comitato “Difendiamo i nostri figli”, emanazione del Family Day che si oppone al diritto previsto dalla legge per le persone dello stesso sesso di unirsi civilmente, ha presentato uno studio per sostenere che il 77% delle scuole bolognesi presentano “indizi di ideologia gender”, e il liceo classico Minghetti è stato bocciato con indicatore "rosso". Alla presentazione del cosiddetto “monitoraggio” era presente Forza Italia.
Si è trattato di una vera e propria schedatura di tutte le scuole di Bologna, una black list con uno stigma rosso, giallo o verde per ciascuna scuola, a seconda del tasso di “ideologia gender” contenuta nei suoi programmi scolastici.
Vorrei ricordare al comitato e ai colleghi di Forza Italia che l’insegnamento di genere a scuola risponde all’articolo 3 della Costituzione Italiana che chiede di non discriminare in base alla religione o all’orientamento sessuale. È un tema che riguarda le pari opportunità e l’obiettivo della legge “Buona Scuola” è di educare alla parità tra i sessi e alle uguali opportunità. I piani di offerta formativa delle nostre scuole sono trasparenti, pubblici, attivati con l’approvazione del consiglio di istituto dove siedono anche i genitori degli studenti.
Quanto è successo è un episodio molto grave e inaccettabile, che offende il senso e l'autonomia della scuola. Bisogna smetterla di alimentare polemiche e questi attacchi intimidatori vanno contrastati. Nelle nostre scuole si è sempre lavorato sull’accettazione delle differenze: dalla disabilità, all’educazione di genere, a chi viene da altri mondi e culture.
Lasciamo stare la scuola e lasciamo fuori gli studenti.
Rassegna Stampa