T-Days e disabilità
Lunedì 21 maggio 2012 il consigliere comunale PD Francesco Errani è intervenuto ad inizio seduta in Consiglio comunale in merito al progetto di pedonalizzazione del centro storico:
Sabato ho celebrato il mio primo matrimonio: la sala del Consiglio, la vista stupenda dal terrazzo della sala Rossa in una giornata di sole, due giovani che hanno deciso di condividere il loro amore con amici e parenti. Al termine della cerimonia sono saliti felici su una bicicletta, in pieno “stile pedonale”.
Sono sceso con gli sposi in Piazza Maggiore e, purtroppo, ho assistito a uno “spettacolo” molto triste: urla e insulti contro l'Assessore Andrea Colombo, le lacrime dell'Assessore Nadia Monti. La presenza di alcune Associazioni di disabili per segnalare il problema di una mobilità accessibile in occasione dei T-Days si trasforma in una manifestazione credo poco utile per la città di Bologna. Una tensione e un clima di conflittualità alimentata anche dai partiti di opposizione (Udc, Lega Nord e Pdl) che alimentano l’animosità pensando così di conquistare un facile consenso.
Chiudere il centro alle auto? Come è possibile realizzarlo perché sia un vantaggio per tutti?
Rendere pedonali e ciclabili le strade a traffico limitato comporta un cambiamento di abitudini e i cambiamenti a volte spaventano. Per realizzare condivisione occorre che un cambiamento sia partecipato e che abbia il tempo di dimostrare la sua utilità. Gli inevitabili problemi richiamano la ricerca di soluzioni condivise, ma non possono impedirne la realizzazione. I dati sulla qualità della vita e l'aumento di presenze nel centro storico dovrebbero vincere ogni scetticismo e il centro di Bologna potrebbe diventare finalmente un centro città europeo.
Il centro della nostra città ha una organizzazione medievale e ciò comporta inevitabilmente la presenza di vincoli rispetto alla mobilità. Occorre fare i conti con barriere architettoniche, ma anche sensoriali, culturali e informative ed è facile cadere nella polemica e contrapporre una parte dei cittadini alle altre, come se la parte che è ciascuno di noi non facesse parte dell’insieme. Come per tutti gli altri problemi, anche per la mobilità in centro, prima di mettersi a urlare, ritengo che sia utile:
- una rilevazione informativa su quali siano le problematiche che rendono difficile gli spostamenti, non solo delle persone con disabilità, ma di tutte le persone che, per motivi molto comuni, come l’anzianità, una temporanea inabilità, gravidanza, bimbi piccoli, etc. hanno una mobilità autonoma limitata, coinvolgendo le associazioni dei disabili, Ancescao e Auser per gli anziani, esperti di pedagogia speciale, etc;
- una ricerca che permetta di documentarsi su come hanno fatto le altre città (ad esempio, a Rimini per collegare il centro storico, chiuso al traffico, alle strade adiacenti e al mare utilizzano un trenino elettrico. Istabul ha un centro storico antichissimo accessibile grazie ai mezzi pubblici).
Il progetto può così avanzare progressivamente, sperimentando e accogliendo i dati che emergono dalla sperimentazione. E’ così, credo, che si lavora con scientificità e valorizzando la partecipazione.
Alcuni aspetti sono già emersi e possiamo lavorare per ridurne le problematiche:
- bene la pedana mobile per gli autobus, ma occorrono anche autisti formati (come/dove far scendere la pedana): se ci si avvina troppo alla banchina la pedana non scende, se invece e’ lontana e' difficile salire;
- la navetta è accessibile solo a determinate condizioni, proviamo a capire cosa possiamo ancora fare per rendere le fermate davvero accessibili e comunichiamo le problematiche ancora non risolte, la presenza di gradini e di barriere architettoniche. Le fermate del Civis, ad esempio, sono accessibili (non solo per le persone con bisogni speciali, ma anche per anziani, bambini piccoli, persone “con la borsa della spesa”, etc.);
- ragioniamo anche sull’utilità della navetta T da attivare in altre zone e in orari che possano permettere alle persone con limitata autonomia motoria di uscire anche alla sera e vivere, ad esempio, la programmazione estiva di Bologna;
- i bagni per le persone con disabilità nella zona pedonale, segnaliamo e comunichiamo dove e come possono essere accessibili;
- lo spazio apposito in p.zza Roosvelt, molto utile, da per scontato che il disabile sia accompagnato, non considerando l’importanza dell’autonomia delle persone (autonomia costruita faticosamente sul lavoro e in famiglia): progettiamo vere piazzole per auto di disabili.
Le cose si capiscono ascoltandosi, urlando non ci si ascolta, si fa rumore e basta. Urlando si nega il diritto alla parola di tutti, perfino di chi urla, perché le sue parole sono pronunciate per intimorire, non per costruire. Chi decide di alimentare conflittualità e paure, si assume la responsabilità di “sposare” la cattiva politica, quella che non risolve i problemi ma li alimenta, una politica a cui non interessa capire e costruire, ma provocare e raccogliere consenso sfruttando i problemi, non partecipando a risolverli.
L’Assessore Andrea Colombo sta lavorando con grande impegno. Cogliamo l’occasione dei T-Days per sperimentare, per migliorare la mobilità di tutti ,7 giorni su 7, in un centro storico che la pedonalizzazione può rendere più bello e vivibile per tutti. Grazie alla T abbiamo un campo di prova per capire dove possiamo migliorare. Trasformiamo i T-Days in una grande occasione per migliorare la mobilità e la qualità della vita per tutti, disabili compresi.
Sono tante le associazioni e i disabili non riuniti in associazione che il centro pedonalizzato lo vogliono, proviamo a ricercare soluzioni il più possibile condivise.
Abbiamo una grande occasione, tutti, non sprechiamola.