Gravi problemi legati alla presenza di migranti all'interno del Centro di via Mattei
L'Assessore Marco Lombardo, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Francesco Errani (Partito Democratico), sui gravi problemi legati alla presenza di migranti all'interno del Centro di via Mattei.
La domanda del consigliere Errani:
La domanda del consigliere Errani:
"Gentile Assessore, le persone migranti presenti all'interno del CAS di via Mattei hanno scritto una lettera a Prefettura e Comune di Bologna, per denunciare i gravi problemi legati alle precarie condizioni igienico-sanitarie, al sovraffollamento e, in generale, a problemi che riguardano una struttura non adeguata per l'accoglienza e con un capitolato d'appalto con scarsissime risorse che non permettono nessuna integrazione.
A giugno 2019, la scelta del Prefetto di Bologna di chiudere l'esperienza dell’Hub regionale di via Mattei, aveva l’obiettivo di smantellare il sistema di accoglienza diffusa che a Bologna creava integrazione e garantiva diritti e umanità a chi ha bisogno di protezione, e che permetteva di superare la logica emergenziale e di coinvolgere tutti gli enti locali del nostro territorio e la comunità.
Il Centro di via Mattei non è strutturalmente adeguato per l'accoglienza e le scarsissime risorse del capitolato permettono solo la sopravvivenza.
Il CAS (Centro di Accoglienza Straordinario) ospita più di 200 persone e non garantisce tutele sia per chi è ospite che per chi lavora. Il capitolato d’appalto, ideato dall’ex Ministro dell’interno Salvini, ha comportato l'eliminazione di tutte le misure di integrazione sociale (corsi di lingua, corsi professionali, orientamento al lavoro, informazione legale, ecc.) e la riduzione di molti altri servizi (assistenza sanitaria).
La città di Bologna ha dimostrato invece come sia possibile fare politiche e azioni concrete di accoglienza e di cittadinanza per tutti. Un idea di città inclusiva, in grado di promuovere responsabilità diffusa e partecipazione, coinvolgendo la rete che a Bologna lavora per l’inclusione (https://www.bolognacares.it/).
Credo importante negoziare con il nuovo Governo, il Ministro Lamorgese e il Prefetto, altre soluzioni per i migranti presenti nel CAS di via Mattei, per garantire una accoglienza dignitosa, l’integrazione sociale e il rispetto dei diritti delle persone.
Il nuovo decreto Lamorgese (legge 130/2020), in parte, supera i decreti Salvini e deve permettere di modificare il capitolato d'appalto e rafforzare il nuovo sistema SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione), per provare a superare la logica dei grandi centri CAS.
Credo urgente chiedere un tavolo congiunto tra Comune, Prefettura e gestori, coinvolgendo anche Città metropolitana e Regione Emilia-Romagna, per migliorare la situazioni di vita di tutti i migranti in attesa di permesso di soggiorno, sostenendo e rafforzando il sistema di accoglienza e integrazione sul territorio metropolitano (SAI). Inoltre, è importante, tramite la task force sanitaria distrettuale, chiedere alla Prefettura di garantire la vaccinazione anche per gli operatori dei CAS.
La risposta dell'assessore Lombardo:
“Rispondo volentieri alle domande del consigliere Errani e della consigliera Clancy, come loro sanno non mi sono mai sottratto al interlocuzione sul tema delle situazioni del CAS di via Mattei, anche ribadendo la mia posizione rispetto al tema dell'accoglienza diffusa come modello per il sistema nazionale.
Condivido le preoccupazioni circa le condizioni igienico-sanitarie del Centro di accoglienza, anche se dalle rilevazioni che abbiamo fatto risulterebbe una situazione un po' diversa da quella apparsa sui giornali. I medici e gli infermieri sono presenti, come da capitolato, così come gli screening con tamponi quando vengono indicate dall'Ausl di Bologna risultano siano stati fatti, così come risulta presente e funzionante la necessaria strumentazione per la rilevazione della temperatura corporea all'ingresso.
Queste sono delle precisazioni che è importante dare rispetto alle prime verifiche che sono state fatte. Ciò non toglie che l'Amministrazione condivida la preoccupazione circa le condizioni del Centro di accoglienza, certamente acuite per effetto della pandemia. Voglio ricordare che nella fase più acuta della prima ondata della pandemia il Comune si è prodigato per cercare di fare arrivare DPI, in particolare le mascherine protettive, pur non rientrando nelle competenze di questa Amministrazione comunale; è vero quello che veniva ricordato anche dal consigliere Errani, purtroppo sono i capitolati d'appalto che non consentono delle attività idonee ai bisogni primari ai quali bisogna dare una risposta da parte di diversi enti.
Già il decreto Salvini aveva ridotto le risorse per i capitolati d'appalto e anche per le attività che si possono svolgere. Questi provvedimenti non solo precludono ai richiedenti protezione internazionale l'accesso ai servizi di accompagnamento all'autonomia e all'integrazione, ma rendono possibile la gestione dell'accoglienza solo quasi in strutture di grandi dimensioni, ora più che mai inadeguate ad assicurare condizioni di vita dignitose e sicure, anche dal punto di vista sanitario.
Gli effetti di questi provvedimenti sulle persone accolte sono gravi, perché i tempi di permanenza nelle strutture, in attesa che si concluda l'iter della richiesta di protezione, sono lunghi, come sanno bene anche i consiglieri comunali, a volte pari anche a un anno e più. E sono condizioni che inducono a una situazione di assistenzialismo che può favorire il rischio concreto per queste persone di cadere anche vittima di reati di sfruttamento a fini lavorativi. Sul tema più generale del superamento del modello del CAS di via Mattei io mi sono più volte pronunciato e lo farò anche domani in occasione di un confronto con la Rete nazionale per il diritto di asilo Europasilo, su quanto sia necessario emanare subito il decreto ministeriale previsto dall'art. 10 comma 1 del decreto legislativo 142/2015 novellato della 173/2020, il cosiddetto decreto Lamorgese, con i nuovi standard del SAI, che vanno applicati per quanto possibile anche ai CAS, per attuare le norme che prevedono il loro superamento nel sistema unico di accoglienza.
Dal punto di vista politico l'Amministrazione comunale è pronta a immaginare un superamento del modello del CAS che preveda l'attività di Centro di prima accoglienza governativa, che deve fare semplicemente l'attività di screening sanitario, di informativa legale, puntando sull'accoglienza diffusa come prevista dal SAI, come vero modello nel quale ragionare sui temi dell'accoglienza. A oggi è importante che ci siano questi decreti attuativi perché pur registrando un passo positivo del decreto Lamorgese rispetto al precedente decreto Salvini, se mancano I decreti attuativi e se mancano le risorse per modificare i capitolati di appalto, difficilmente a una modifica normativa avremo una modifica nella sostanza.
Voglio anche ricordare, ma i consiglieri lo sanno perfettamente, che il tema del CAS è di competenza della Prefettura, non dell'Amministrazione comunale, e ciò nonostante l'Amministrazione ha interloquito con i soggetti istituzionali, con la Città metropolitana, con la Regione e la Prefettura e anche con le organizzazioni sindacali. Proprio in questi giorni ho incontrato Cgil, Cisl e Uil, che stanno lavorando a una piattaforma di coordinamento su questo tipo di attività, che non riguardino solo i CAS, ma il coordinamento delle azioni per l'accoglienza e che trovano nell'Amministrazione comunale un interlocutore che vuole trovare tutte le condizioni e compiere le azioni possibili per superare il modello dei CAS di grandi e medie dimensioni e per puntare soprattutto sul tema del SAI così come in realtà questo modello si è sempre contraddistinto nel Sistema dello Sprar. Il miglioramento del sistema di accoglienza non si può fare se oltre alle norme necessaria non ci sono anche le risorse per poter modificare I capitolati dei bandi di gara, importanti anche in questo momento di emergenza sanitaria.
Io raccolgo l'invito che ha fatto il consigliere Errani di sollecitare affinché nel piano di vaccinazione rientrino anche gli operatori che lavorano nel CAS, credo che questo sia un elemento importante anche di sicurezza dei lavoratori che operano in quelle strutture. Da un lato noi condividiamo le preoccupazioni rispetto alle condizioni del Centro di accoglienza, anche se abbiamo delle informazioni che ci restituiscono una realtà parzialmente diversa da quella che è stata rappresentata negli ultimi giorni sui giornali. Non ci sfugge il fatto che queste strutture non siano idonee a garantire il distanziamento e che quindi vadano superate, non solo in una logica di prospettiva di medio e lungo termine, come luoghi non idonei per effettuare la vera accoglienza, ma anche come luoghi non idonei per garantire la tutela sanitaria in questo momento. Nel rispetto delle prerogative e delle competenze previste dalla normativa nazionale, noi crediamo che nell'interlocuzione con la Prefettura, con gli enti gestori e anche con le organizzazioni sindacali, si possa giocare un ruolo importante di coordinamento e da questo punti di vista continueremo a impegnarci affinché questo coordinamento sia il più possibile effettivo. Ci rendiamo anche conto che questa non è una situazione facile per la Prefettura rispetto ai tanti temi di cui si deve occupare, ma ribadiamo l'importanza e la priorità di intervenire per garantire la sicurezza degli ospiti e anche delle persone che lavorano nel CAS di via Mattei”.