Question Time, chiarimenti sul diritto all'istruzione

La domanda del consigliere Errani:

"Gentile Assessora,
stiamo perdendo pezzi di tempo scuola che non viene recuperato, mettendo in discussione il diritto all’istruzione.

In molte scuole della nostra città, manca il personale docente.

Gli sforzi e le esperienze messe in campo per la riapertura delle nostre scuole purtroppo non garantiscono la qualità della didattica e il diritto allo studio. Blocco delle assunzioni, mancata nomina dei supplenti, classi coperte da "organico legato all'emergenza Covid" che sta producendo risultati disastrosi con studentesse e studenti che svolgono solo poche ore a settimana di lezione, come si può leggere dall'inchiesta di Repubblica.

Al Sabin una terza fa sette ore a settimana, al Da Vinci c'è chi fa solo 19 ore di didattica su 30, all'Alberghiero di Casalecchio le seconde vanno quattro giorni su sei, l'uscita è alle 12 ancora in tanti istituti superiori. Molti istituti superiori hanno ancora orari provvisori: dal Belluzzi Fioravanti al Keynes di Castel Maggiore, il liceo Righi, il Pier Crescenzi-Pacinotti. l'alberghiero Veronelli di Casalecchio. Alcuni istituti hanno “accorciato” le lezioni: alle Aldini Valeriani i docenti insegnano per 50 minuti, al Majorana per 40.

Inoltre, alcune scuole non sono attrezzate per garantire la didattica digitale integrata (DDI), in modalità complementare alla didattica in presenza, indispensabile in caso di contagi.
(Il riferimento è alla Legge 41 del 6 giugno 2020, al DM 39 del 26 giugno 2020 “Piano scolastico per la Didattica digitale integrata” e al DM 89 del 7 agosto 2020 “Linee guida per la didattica digitale integrata”).

Question Time, chiarimenti sul diritto all'istruzione

Infine, molte scuola non garantiscono più laboratori e uscite didattiche, tutte attività che hanno sempre arricchito l'offerta formativa. Un esempio su tutti riguarda il Corso Doc del Liceo Laura Bassi di Bologna, con sette classi e 176 studenti che oggi rischia di veder distrutto tutto quanto si è faticosamente creato in questi anni, dal 2015.

È grave questa situazione che stiamo vivendo, e temo non ci sarà modo di recuperare molte delle cose che riguardano le nostre ragazze e i nostri ragazzi: aumentano deficit formativo e disuguaglianze educative, un divario che penalizza il futuro di una generazione di giovani.

Sono preoccupato e continuerò a intervenire in Consiglio comunale sulla priorità che siamo chiamati a dare all’educazione, perché queste disuguaglianze rischiano di penalizzare un’intera generazione e riguarda il futuro della nostra società.

Il Comune deve farsi carico almeno delle situazioni di fragilità e garantire che la DDI sia applicata in tutte le scuole di Bologna. E dobbiamo essere capaci di valorizzare la rete di risorse educative presenti in città, per tutelare il benessere delle nostre studentesse e dei nostri studenti.”

Risposta dell'Assessora Zaccaria

"I temi che lei ha osservato sia sul tempo scuola che sulla didattica integrata, sia su una eventuale ripresa di una didattica a distanza, sono temi che noi affrontiamo quotidianamente nell'ambito di quei servizi che sono gestiti dal Comune. La necessità di dare alle scuole un sostegno è abbastanza evidente, proprio per i motivi che lei ha esposto. Dobbiamo in parte imparare da quello che abbiamo già passato durante il lockdown, ci sono dei servizi educativi comunali che si sono rimodulati, rispetto a tutte le opportunità educative, rivolte a bambini, bambine e adolescenti anche al fine di sostenerli proprio al di fuori dalla scuola, ovviamente con modalità che speriamo di non dovere riproporre, perché tutte a distanza; parlo nello specifico di interventi che riguardano il sostegno agli alunni disabili, interventi di natura socio-educativa ed extrascolastica, i Centri Anni Verdi, l’insegnamento della L2, la mediazione culturale, tutti questi servizi nel tempo record di due settimane a partire dal lockdown erano già stati rimodulati in modalità a distanza per essere vicini alle famiglie.

Da questo noi dobbiamo imparare; sono tutti servizi che si tanno riavviando e hanno maturato una esperienza che certamente potrà essere utilizzata in futuro, speriamo non nel caso di una chiusura totale, ma tutto quello che è stato rimodulato a distanza può essere anche applicato per brevi periodi. A breve è in programma anche un seminario, in collaborazione con l’Università di Bologna, proprio per confrontarsi sulle buone prassi del sostegno educativo a distanza, per cercare di trarre il più possibile per ulteriori problemi futuri.

Il Comune di Bologna opera, come sapete, affinché alcune delle fasce più fragili possano trovare il massimo supporto operativo, faccio un cenno alla disabilità, perché da tempo è prevista la possibilità di estendere il servizio di inclusione scolastica anche in contesti domiciliari oltre l’orario scolastico. A seguito del lockdown questa possibilità si è ulteriormente strutturata, sia attraverso un apposito protocollo operativo per permettere di non interrompere gli interventi anche in presenza di chiusure scolastiche, anche brevi, sia attraverso l’utilizzo di strumenti informatici previsti per la didattica a distanza; il tutto sulla base di quanto previsto sulla base del PEI per i bambini che hanno condizione di disabilità. In questo periodo stanno riprendendo i nostri servizi di natura socioeducativa ed extrascolastica, i Centri anni verdi, l’insegnamento della L2 e la mediazione culturale, e attualmente sono circa 200 i minori coinvolti dai centri educativi, l’educativa di strada e i centri giovanili, con attività che sostengono e integrano. Per quanto riguarda la didattica a distanza ci siamo detti molte volte che non è solo la possibilità di avere un supporto, ma da li bisogna partire; per superare l’ostacolo della dotazione tecnologica sono attualmente in distribuzione 539 computer e 500 router dotati di 40 giga mensili, grazie al contributo regionale per il progetto sul contrasto del digital divide, per studenti da 6 a 19 anni del territorio che sono stati selezionati tra quelli in carico ai Servizi sociali. C’è poi una campagna di sensibilizzazione per l’uso della mascherina, frutto di laboratori svolti durante l’estate in collaborazione con i nostri servizi. Sono inoltre attivi in sinergia con i nostri servizi le attività culturali offerte dal PON metro, quindi musei, teatri e biblioteche, e dal PON accelerazione civica che offrono opportunità laboratoriali ai ragazzi.

Al fine di sostenere le opportunità educative, formative, e culturali rivolte a tutte le scuole, sapete che è online, per l’impossibilità di farlo di persona, l’offerta formativa “Cosa abbiamo in comune”, con pagine dedicate a tante realtà educative a alle loro proposte, sono circa 80 i soggetti tra Istituzioni, Fondazioni, Associazioni, enti che sono suddivise in 4 aree tematiche, Ambiente, Scienza e Tecnologia; Creatività e Linguaggi; Democrazia e Diritti; Patrimonio, la maggior parte delle quali saranno fruibili sia in modalità in presenza che a distanza. Tutto quello che si sta organizzando ha l'ottica di prevedere anche dei periodi in cui si dovrà fruire a distanza.

Infine, l'Area nuove cittadinanze e quartieri ha emanato, lo scorso giugno, un avviso volto alla ricerca di volontari disponibili a supportare i cittadini nell'accesso al digitale. A questo avviso hanno risposto circa 200 volontari singoli e 5 realtà collettive. La formazione di tutti questi volontari si sta principalmente concentrando sulla didattica a distanza, stanno seguendo un percorso formativo che affronta specificamente questo argomento e c’è la volontà di avere delle energie disponibili per un sostegno concreto alle famiglie e agli studenti e le studentesse per la fruizione della didattica a distanza, che si integrata quindi per brevi periodi o, speriamo di no, per periodi più lunghi, proprio nell'ottica di farci trovare più pronti rispetto a quanto eravamo a inizio emergenza.

Concordo in pieno sulla necessità di sostegno alle scuole e di integrare il più possibile con tutto quello che possiamo mettere in campo come ente locale per andare sempre più verso un recupero delle ore per chi le sta riducendo e per dare tutti i contenuti che la scuola ha dovuto sensibilmente ridurre."