Recovery Plan: nuove sfide e opportunità per una Bologna più verde, più digitale e più inclusiva
Secondo le previsioni macroeconomiche e fiscali presentate dalla Commissione europea lo scorso novembre, l'economia UE subisce una contrazione del 7,4% nel 2020, per poi crescere del 4,1% nel 2021 e del 3% nel 2022, ma l'incertezza rimane molto alta. L’Italia, anche prima della pandemia Covid-19, ha registrato performance economiche quasi sempre peggiori rispetto ad altri paesi europei (Spagna, Francia e Germania), e anche le previsioni mostrano una ripresa più lenta. Preoccupa soprattutto l’impatto del debito pubblico che potrebbe raggiungere il 160% e che rischia di condizionare anche la gestione della futura ripresa (alto debito pubblico; basso livello di crescita e produttività, in un contesto segnato da alti livelli di disoccupazione e da un ampio stock di crediti bancari deteriorati che rendono difficile far affluire il credito alle imprese). Per queste ragioni, il Piano italiano è importante, per rafforzare la crescita economica: per misure economiche di breve periodo, ma soprattutto per rafforzare la resilienza nel medio-lungo periodo, correggendo gli squilibri macroeconomici.
Il Piano italiano presentato a Bruxelles affronta alcune debolezze che affliggono la nostra economia e la nostra società da sempre: i divari territoriali tra nord e sud, le disparità di genere, la debole crescita della produttività e il basso investimento in capitale umano. Infine, le risorse del Piano contribuiscono a dare impulso alle transizioni verde e digitale. Il Piano non riguarda solo progetti di investimento ma anche riforme, per consentire di dare efficacia e attuazione agli investimenti, ma anche per consentire di superare le debolezze strutturali del nostro Paese che penalizzando soprattutto i giovani e le donne (semplificazione della normativa, efficientamento della Pubblica amministrazione e riforma della giustizia).