A Bologna parte il Piano Freddo 2019-2020

A Bologna parte il Piano Freddo 2019-2020Parte il piano freddo a Bologna: 218 i posti per le persone senza dimora. Parliamo degli "ultimi", persone con problematiche legate alle dipendenze ma anche donne e uomini in situazione di povertà relazionale ed economica, come conseguenza anche della crisi economica.

Bologna, con il Piano Freddo e il sistema di accoglienza, ha costruito una rete di sostegno e solidarietà in cui tutti, attori istituzionali, parrocchie e mondo del volontariato, si sono attivati per dare una possibilità di rifugio e riparo per persone senza rete e alloggio. Le attività vanno dalla distribuzione di generi alimentari, pasti caldi, coperte e vestiti, a informazioni, accompagnamento alle strutture e accoglienza presso i dormitori. La rete non è solo un buon esempio, ma una buona pratica (una buona politica).

Dall'1 dicembre al 14 gennaio, L'Help center sarà mobile, mentre dal 15 gennaio riaprirà anche lo sportello fisso situato in via Albani 2/2. Chi vede una persona in strada può segnalarlo con una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., e possiamo anche donare e portare coperte invernali, piumoni o sacchi a pelo, al Centro servizi Giacomo Lercaro in via Bertocchi 12 a Bologna, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12.

Con l’arrivo dell’inverno, serve la collaborazione di tutti i cittadini che, insieme a volontari, associazioni e Amministrazione comunale, possono dare una risposta per chi ha bisogno di un riparo per difendersi dal freddo.

Silvia Romano a un anno dal rapimento. Dobbiamo continuare a parlarne

Silvia Romano a un anno dal rapimento. Dobbiamo continuare a parlarneÈ trascorso un anno, era il 20 novembre 2018. Un anno esatto da quando Silvia Romano, cooperante di soli 23 anni, veniva rapita in Kenya.

Sono già intervenuto in Consiglio comunale per ricordare Silvia, a sei mesi dal rapimento e il giorno del suo compleanno. A distanza di un anno, credo sia importante chiedere anche al Governo e al Parlamento di intervenire pubblicamente, per spiegare il lavoro dei servizi che indagano sul rapimento di Silvia.

Come città di Bologna e in qualità di Consiglieri comunali, possiamo tenere viva l’attenzione, e lanciare un messaggio di vicinanza e di solidarietà alla famiglia della cooperante italiana.

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Auto ibride ed elettriche per il Comune di Bologna

Fonte: greenstart.it Ph Roberto PiccininiIn Consiglio comunale, oggi abbiamo approvato la delibera per dotare la polizia municipale di Bologna di 7 nuove auto ibride.

È un ottimo segnale per una mobilità più sostenibile nei centri urbani, ma è anche un buon esempio per i cittadini, anche loro incentivati a muoversi nel maggior rispetto dell’ambiente.

È quello che dovrebbero fare tutti gli enti pubblici: ridurre i consumi, inquinare meno e rispettare l’ambiente.

Non solo comunque per la polizia locale, ma anche per gli altri servizi comunali il Comune di Bologna valuterà il passaggio via via all’ibrido e all’elettrico.

Soluzioni più green per una maggiore sostenibilità!

Solidarietà a Liliana Segre

Credo importante esprimere a Liliana Segre tutta la nostra solidarietà, come Consiglieri comunali e come cittadini.

In Italia, la Senatrice Liliana Segre riceve 200 messaggi di odio ogni giorno. E, purtroppo, anche nelle nostre comunità viviamo episodi di antisemitismo e razzismo. Antisemitismo, odio e intolleranza sono in crescita in tutta Europa. E questo perché le retoriche antisemite trovano terreno fertile in diversi settori della politica.

Non basta esprimere solidarietà. Dobbiamo anche impegnarci tutti, ciascuno di noi può dare un contributo. Tocca a ciascuno di noi fare la propria parte, come cittadini e come consiglieri comunali.

Possiamo lavorare, insieme maggioranza e minoranza, in una Commissione che deve occuparsi di tenere alta l’attenzione sui questioni che dovremmo condividere tutti, e che riguardano i diritti, l’etica, e come contrastare il diffondersi di linguaggi di odio e razzismo.

Riapre via Mattei: dobbiamo coinvolgere la rete solidale che a Bologna lavora per l’inclusione

via mattei ex cieDa Centro di identificazione ed espulsione (CIE), con condizioni di vita (e di lavoro) inaccettabili, a Hub regionale dove fare vera accoglienza per profughi e richiedenti asilo. Quella per la chiusura del CIE di Bologna è stata una delle battaglie più intense, iniziata nel mandato precedente, dopo le denunce di Medici per i diritti umani e della Garante delle persone detenute in Emilia-Romagna.

Con la chiusura del CIE, Bologna ha costruito un progetto di accoglienza diverso, un sistema di accoglienza diffusa che crea integrazione e garantisce diritti e umanità a chi ha bisogno di protezione e che permette di superare la logica emergenziale e di coinvolgere tutti gli enti locali del nostro territorio.

Oggi, come conseguenza dei decreti sicurezza, l’Hub di via Mattei diventa un Centro di accoglienza straordinario (CAS) che potrà ospitare fino a 200 persone. I decreti sicurezza smantellano infatti il sistema di accoglienza diffusa (Sprar) gestito dai Comuni che permetteva una vera integrazione delle persone richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria, e impongono il ritorno ai grandi centri di accoglienza (CAS) gestiti dalla Prefettura con carattere di straordinarietà ed emergenza.

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