Questione De Pasquale

Andrea De Pasquale ha scritto una delle sue newsletter "Bologna e dintorni", come al solito lunga, articolata e con opinioni originali, autonome, a tratti caustiche e comunque sempre prendendosi la piena responsabilità di quanto dice. Non voglio entrare nel merito di quanto ha scritto, del modo e momento delle affermazioni, perché la questione rilevante è diventata un'altra. Il Segretario Donini ha fatto una dichiarazione in cui non esprime giudizi differenti da De Pasquale ma chiede che siano gli organi di garanzia del Partito a giudicare l'accaduto. Mi dispiace ma il partito in cui milito deve avere la capacità di rispondere nel merito di opinioni liberamente e pubblicamente espresse senza richiamare lo spettro di un processo. La libertà delle opinioni politiche (con la responsabilità politica che ne deriva) non è in contraddizione con l'appartenenza ad un partito. Credo che le critiche non siano sempre deleterie e che la questione Delbono ci insegni a porre particolare attenzione alle scelte per le cariche amministrative.

Bologna, una città omertosa

Il servizio di ieri su Report ha messo in luce quanto Bologna sia bloccata a causa di un sistema di potere fondamentalmente chiuso e omertoso, in cui pochi pensano di avere in mano le sorti della città e non si intravvedono raggi di luce come invece paiono essere arrivati a Firenze con Renzi e la sua giunta.

La vicenda del Civis è semplicemente l'emblema di quello che succede quando il buon senso abbandona la politica e il dibattito politico diventa questione di pura tattica invece che investimento sul futuro della città.

Chi conosceva la situazione di Bologna non si è stupito di nulla di ciò che è stato fatto vedere, a meno del fatto che i potenti della città non parlano, evitano temi scottanti, bofonchiano affermazioni sconnesse, si irritano subito quando vengono punzecchiati sul vivo. Non è stato un bello spettacolo e fino a quando non ci sarà un ricambio radicale e profondo delle persone, Bologna si trascinerà da un problema all'altro senza mai affrontare i nodi fondamentali.

10 domande al candidato

1. Come mantenere e possibilmente migliorare il servizio scolastico per i nostri figli con le risorse esistenti, anche in rapporto alle scuole paritarie gestite da privati?

Il Comune si occupa soprattutto di Nidi e Materne. Su questi i tre elementi fondamentali sono: le richieste (250 sono quelle inevase per i nidi), la qualità dei servizi erogati, i costi per bambino.
Sulle richieste credo che il posto al nido sia un diritto a Bologna. Per ottenere questo risultato è necessario adottare tutti gli strumenti utilizzabili, tuttavia in primis è il Comune che si deve fare carico della gestione dei nidi, partendo dalla qualità che negli anni è stato in grado di produrre. Solo dopo, chiedere l’intervento dei privati.
Sull’offerta per incontrare i bisogni della domanda: apertura durante i mesi estivi e negli orari di lavoro dei genitori, sussidiarietà con associazioni e altri operatori del territorio senza dimenticare che lo scopo degli asili e delle materne è la socializzazione con gli altri e soprattutto la necessità d’instaurare un rapporto equilibrato e sano con la famiglia. In questo senso ben vengano attività come quelle dei centri gioco, delle sezioni primavera, dei gruppi educativi e dei nidi domiciliari.

 

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Chi sono

Ho 40 anni, sono sposato e ho due bambini. Sono laureato in Scienze della Formazione ed esperto di politiche del lavoro e della formazione. Da più di quindici anni sono impegnato nel volontariato a favore dei minori in difficoltà. Dal 1998 ho maturato un'esperienza professionale presso enti di natura pubblica e privata; oggi lavoro con la Provincia di Bologna. Ho partecipato come relatore a numerosi seminari in ambito sociale e collaborato a diverse pubblicazioni e rapporti di ricerca sull’inclusione sociale e lavorativa delle persone in condizione di svantaggio. Ho svolto docenza su questi temi all’Università di Bologna. Dal 2008 al 2010 sono stato membro del Comitato Paritetico Provinciale del Volontariato di Bologna e nominato componente dell’Osservatorio Regionale del Volontariato. Non sono mai stato iscritto ad alcun partito fino al 2007, quando ho partecipato con entusiasmo alla fondazione del Partito Democratico. Sono convinto che il progetto originale del Pd possa rispondere davvero alla aspirazioni dei cittadini e che, per promuovere un reale cambiamento, sia necessario lavorare "dentro" la politica.

I motivi del mio impegno

Al centro del mio impegno politico il welfare, la scuola e il lavoro, temi su cui sto lavorando già da tempo. Per realizzare una città al servizio del cittadino tuttavia conto di non lavorare da solo, la partecipazione e l’inclusione sono parole chiave del mio “fare” politica. Con la mia candidatura infatti vorrei raccogliere il desiderio di “fare” di tanti cittadini: creare una rete fra tutti coloro che nella vita esercitano responsabilità familiari e lavorative e che a Bologna si interessano con competenza al bene della propria comunità, per valorizzarne a pieno le potenzialità a favore della nostra città. Credo infatti che la politica debba tornare ad essere strumento per il bene comune, ma per far questo è necessario rinnovarne i modi e i contenuti.

Da maggio 2011 sono Consigliere Comunale di Bologna, per rinnovare la mia città.

Sono Francesco Errani

Non vi nascondo l'emozione. Sono candidato per il Consiglio del Comune di Bologna.

Il 14 ottobre 2007 in tanti abbiamo partecipato alla fondazione del Partito Democratico con entusiasmo, convinti dal progetto originale, per un cambiamento nei modi, contenuti, linguaggio e volti della politica.

Tante persone con grande generosità, nonostante le difficoltà, continuano a investire tempo e energie per realizzare questo progetto.

Oggi viviamo una fase delicata. Vent’anni di berlusconismo hanno cambiato il nostro Paese creando fratture sociali, territoriali, economiche e tra generazioni. Una cultura che ha invaso tutti. La sfida è di riprendere il progetto del centrosinistra e coinvolgere in questo tutti, a partire dagli elettori delusi che non si sentono o non si sono sentiti rappresentati dalle forze politiche di centrosinistra.

In questo momento non è facile essere ottimisti, ma sono convinto che Bologna possa reagire e possa riproporre un modello di Buona Politica. I segnali di ottimismo vanno infatti ricercati nella grande partecipazione alle primarie di Bologna (quasi 30 mila persone), alla manifestazione delle donne e a quella della scuola. Credo che la strada da percorrere sia quella di un’alleanza tra chi vuole il cambiamento e chi ha bisogno del cambiamento, e per Bologna, in particolare, di un patto tra la Città e i cittadini che desiderano partecipare alle scelte dell’Amministrazione e dare un contributo.

Tre sono le parole del mio fare politica: Eguaglianza, Partecipazione e Trasparenza. Chi è più debole deve poter avanzare a livello sociale, il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze e delle risorse della nostra città devono favorire la creazione di una rete fra tutti coloro che nella vita esercitano responsabilità familiari e lavorative e che a Bologna si interessano al bene della propria comunità.

I tre temi su cui sono impegnato da tempo e che vorrei portare avanti, non da solo ma insieme a tutti coloro che vorranno aiutarmi sono: Lavoro, Scuola e Welfare. Investire sui giovani significa investire sul nostro futuro, il posto al nido e alla materna è un diritto e le persone in difficoltà non possono essere lasciate sole.

Durante questa breve campagna elettorale il metodo sarà quello dell’ascolto, partendo dai problemi e provando a ricercare insieme possibili soluzioni.

Bologna, il 05/04/2011

Francesco Errani