Presentazione

La politica è trasparente quando si fa capire dai cittadini. Obiettivo è aumentare il livello di trasparenza e di semplificazione di dati pubblici aperti del Comune di Bologna, degli enti e delle agenzie riconducibili all'amministrazione comunale, dotandosi di uno strumento concreto al servizio della collettività e fornendo a cittadini e imprese risorse informative open. Open data, ovvero trasparenza totale nei confronti di cittadini e imprese.
La proposta chiede l'ingresso dell'Open data, quindi la diffusione e condivisione in rete dei dati in possesso delle Pubbliche Amministrazioni e tra le PA. L'Ordine del giorno chiede la costruzione di un portale dedicato Open data con la pubblicazione dei dati aperti del Comune di Bologna, la costruzione di una cabina di regia per permettere il coordinamento tra i diversi settori e il dialogo con altri Attori Istituzionali, con la finalità di consentire ai cittadini, alle imprese e ad altre Amministrazioni, di fruire in modo semplice del patrimonio informativo del Comune di Bologna. L'idea è quella di dati aperti e accessibili, affinché le imprese e i privati possano creare valore aggiunto attraverso l'innovazione dei servizi a beneficio dei cittadini.
Un'esempio concreto? L'applicazione per dispositivi mobili Mobitransit Helsinki consente di visualizzare la localizzazione degli autobus, delle linee e dei tempi di attesa alle fermate, potrebbe essere uno sviluppo da "commissionare" in ottica open data da parte di TPER, la società che svolge il servizio di trasporto pubblico locale a Bologna. Tutto questo a beneficio del cittadino!

IL CONSIGLIO COMUNALE DI BOLOGNA

Premesso che

  • la direttiva n.2003/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, recepita nell’ordinamento italiano con decreto legislativo 24.1.2006 n.36, è relativa al riutilizzo dell’informazione del settore pubblico;
  • il decreto legislativo n.82/2005 “Codice dell’Amministrazione Digitale” è volto ad incrementare la modernizzazione della pubblica amministrazione attraverso l'utilizzo delle tecnologie e a riconoscere nuovi diritti ai cittadini, anche attraverso una più ampia partecipazione ai procedimenti amministrativi ed una più efficace accessibilità ai servizi in rete;
  • il decreto legislativo n.196/2003 “Codice in materia di protezione dei dati personali” disciplina le diverse operazioni di gestione dei dati, riguardanti la raccolta, l'elaborazione, il raffronto, la cancellazione, la modificazione, la comunicazione o la diffusione degli stessi;
  • l’art. 8, comma 1, dello Statuto del Comune di Bologna afferma che “Il Comune riconosce nell’informazione la condizione essenziale per assicurare la partecipazione dei cittadini alla vita sociale e politica”;
  • l’art. 8, comma 2 lettera c), dello Statuto del Comune di Bologna afferma che, al fine di garantire la trasparenza della propria azione, l’amministrazione rende pubblici “i dati, di cui l’amministrazione sia in possesso, che riguardino in generale le condizioni di vita della città nel suo complesso (andamento demografico, rilevazione prezzi, qualità dell’ambiente urbano, salute)”;
  • l’art. 8, comma 3, dello Statuto del Comune di Bologna afferma che “Le informazioni di cui al comma precedente possono essere fornite ai cittadini e agli utenti dei servizi comunali attraverso sistemi informatici e telematici, anche nell'ambito di progetti sperimentali di semplificazione dell'attività amministrativa e di comunicazione con il cittadino”

Considerato che

  • in vari paesi del Nord Europa molte amministrazioni pubbliche hanno già  intrapreso la buona pratica di pubblicare sul web una quantità di dati pubblici in misura sempre crescente e molte altre pubbliche amministrazioni locali si stanno muovendo in tal senso;
  • in Italia è attivo il portale “dati.gov.it”, sviluppato su indicazione del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione con l’obiettivo di catalogare tutti i dati pubblici “aperti”, prodotti dalla pubblica amministrazione italiana;
  • in Regione Emilia Romagna è attivo il portale “dati.emilia-romagna.it”, con l’obiettivo di catalogare tutti i dati pubblici “aperti” prodotti dalla pubblica amministrazione del territorio emiliano-romagnolo. A questo tavolo di lavoro partecipa attivamente anche l'Amministrazione comunale;
  • i dati pubblici, definiti “open data” rappresentano la frontiera più evoluta dell’e-Government per le Pubbliche Amministrazioni;
  • il patrimonio informativo già in possesso della Pubblica Amministrazione, se messo a disposizione per i cittadini e le imprese, può diventare un nuovo volano dell’economia, favorire altresì la ripresa e la crescita economica, oltre che la competitività tra imprese;
  • i dati pubblici, messi a disposizione in tal modo, grazie alle tecnologie info-telematiche sono resi liberamente e gratuitamente accessibili a tutti sul web e sono quindi riutilizzabili - in modo creativo - anche in ambiti e per finalità differenti rispetto a quelli per cui sono stati raccolti o formati dalla Pubblica Amministrazione;
  • da parte dell'Amministrazione comunale è stato già condotto un primo censimento (assessment) di tutto il patrimonio applicativo dell'Amministrazione, conclusosi nel Novembre 2011 con l'individuazione delle (135) applicazioni potenzialmente disponibili per una pubblicazione dei dati in modalità “open”;
  • l'Amministrazione comunale partecipa attivamente al gruppo di lavoro (working group) permanente sugli Open Data all'interno de Network Eurocities
    (www.eurocities.eu/eurocities/activities/working_groups/Open-data);
  • è interesse dell’Amministrazione comunale fornire a cittadini e imprese risorse informative open e dotarsi di uno strumento concreto al servizio della collettività, un portale comunale dei dati aperti, funzionale all’innalzamento del livello di trasparenza del Comune di Bologna e alla fruizione del patrimonio informativo di tutti gli enti afferenti all’Amministrazione comunale.

INVITA SINDACO E GIUNTA

  • a realizzare, con apposita deliberazione, un portale destinato alla pubblicazione dei dati aperti del Comune di Bologna, degli enti e delle agenzie riconducibili all'amministrazione comunale;
  • a realizzare, con apposita deliberazione, un gruppo di lavoro permanente per lo studio, il coordinamento e la gestione delle pubblicazioni di dati in modalità “open”, composto dai Settori Città digitale e Tecnologie informatiche e Settore Comunicazione;
  • a consentire ai cittadini, alle imprese e alle altre pubbliche amministrazioni interessate di fruire, in modo semplice e intuitivo, del patrimonio informativo dell’Amministrazione comunale nonché degli Enti ed Agenzie strumentali del Comune di Bologna.

F.to: Francesco Errani; Benedetto Zacchiroli

Presentazione


Nelle cure palliative, il controllo del dolore, degli altri sintomi e dei problemi psicologici e spirituali è di importanza fondamentale: si propone di migliorare il più possibile la qualità della vita sia dei pazienti che delle loro famiglie. Le cure palliative:

  • affermano la vita e considerano la morte come un evento naturale, non accelerano ne ritardano la morte ma provvedono al sollievo dal dolore;
  • integrano gli aspetti psicologici, sociali, spirituali dell'assistenza, una cura globale multidisciplinare e multidimensionale in grado di offrire un sistema di supporto per aiutare le famiglie durante la malattia.
La definizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce le cure palliative "... un approccio che migliora la qualità della vita dei malati e delle loro famiglie che si trovano ad affrontare malattie inguaribili ...", attraverso la prevenzione e il sollievo della sofferenza.
La legge 38/2010 definisce la Terapia del dolore come "l'insieme di interventi diagnostici e terapeutici per la soppressione e il controllo del dolore".
Le competenze in ambito sanitario sono in particolare nazionali e regionali ma il Comune, in rete con i diversi soggetti istituzionali attraverso la Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria e con la rete delle Organizzazioni no profit e del volontariato, può comunque fare molto per una efficace integrazione sanitaria e socio-assistenziale. Penso a esperienze di eccellenza come l'Hospice Seragnoli di Bentivoglio che lavora in convenzione con l'Ausl, primo Hospiece in Emilia-Romagna, per quanto riguarda l'esperienza delle Cure palliative. Ma anche al servizio di Terapia del dolore presente nel Distretto della Pianura Ovest (San Giovanni in Persiceto e Crevalcore) e all'attività di assistenza domiciliare promossa da Ant che da oltre trent'anni garantisce assistenza socio-sanitaria gratuita a domicilio ai sofferenti di tumore.
La proposta è finalizzata a migliorare la qualità della vita dei malati inguaribili. Cure palliative e Terapia del dolore, dolore fisico ma anche sofferenza psicologica, sociale e spirituale. L'ordine del giorno, insieme all'udienza conoscitiva realizzata il 6 dicembre grazie al prezioso contributo della dott.ssa Taddei e della dott.ssa Valenti, chiede al Sindaco e alla Giunta una verifica dell'attuazione della legge 38/2010 sulle terapie del dolore e le cure palliative, per garantire il diritto dei pazienti a evitare sofferenze inutili e ad un dignitoso accompagnamento nella fase terminale di malattia.

 

IL CONSIGLIO COMUNALE DI BOLOGNA

"Cure Palliative e Terapia Dolore"

Premesso che

Già nel 2003 il Consiglio d'Europa – occupandosi della questione dell'accesso alle Cure Palliative ed alla Terapia del Dolore negli Stati membri – raccomandava l'adozione di criteri organizzativi e modelli professionali che assicurassero la garanzia della continuità delle cure attraverso l'adozione di percorsi di presa in carico precoci e capaci di assicurare una valutazione multidimensionale dei bisogni del malato e delle famiglia, l'accesso tempestivo alla rete, una effettiva transdisciplinarietà attraverso la leva della formazione continua ed un modello integrato di formazione sul campo, ricerca, esperienza di lavoro;

Facendo proprie queste indicazioni, la Legge 38 del 15 marzo 2010 "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore" per la prima volta in Italia riconosce il diritto universale di accesso alle Cure Palliative ed alla Terapia del Dolore entro i Livelli Essenziali di Assistenza, prevedendo l'attivazione di due reti di servizi di assistenza – la Rete regionale delle Cure Palliative e la Rete regionale della Terapia del Dolore – e l'istituzione dei relativi organismi di coordinamento;

L'articolo 2 di detta Norma definisce:

- "cure palliative": l'insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un'inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici;

- "terapia del dolore": l'insieme di interventi diagnostici e terapeutici volti a individuare e applicare alle forme morbose croniche idonee e appropriate terapie farmacologiche, chirurgiche, strumentali, psicologiche e riabilitative, tra loro variamente integrate, allo scopo di elaborare idonei percorsi diagnostico-terapeutici per la soppressione e il controllo del dolore;

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Presentazione

Il terremoto ci ha fatto scoprire che abitiamo in un territorio fragile. È  una fragilità che ci ha sorpresi, non lo sapevamo, ora purtroppo lo sappiamo. La fragilità delle persone ed anche delle cose richiama la cura. Come possiamo prenderci cura del nostro territorio e della nostra comunità? È fondamentale capire che se il terremoto è avvenuto, significa che può accadere ancora. Occorre quindi assumerci la responsabilità di questa eventualità assumendo decisioni operative che ci impegneranno nei prossimi anni, ma che devono cominciare da subito. Da un lato, una risposta legata all'emergenza, una risposta concreta di sostegno anche economico alle popolazioni terremotate, dall'altro un impegno per la prevenzione e la sicurezza del nostro territorio e dei cittadini bolognesi.

L'invito per il Consiglio comunale è di un contributo, anche economico, in favore delle popolazioni colpite dal terremoto e per il Sindaco e la Giunta è di utilizzare tutti i mezzi d’informazione a loro disposizione per invitare i cittadini e le forze economiche a sostenere il fondo di solidarietà attivato dalla Regione Emilia-Romagna.

Cosa possiamo ancora fare per il futuro?

- le prime strutture da mettere in sicurezza sono quelle sociali: le scuole, gli ospedali, i servizi, i luoghi di lavoro, ma anche gli edifici storici e i monumenti. Occorre censire gli edifici in regola con le leggi antisismiche e progettare la messa in sicurezza di quelle che non lo sono;

- disporre perché i nostri uffici tecnici programmino una mappatura, un censimento degli edifici, anche privati, costruiti  prima delle leggi antisismiche;

- progettare assieme alla Protezione Civile una azione di educazione alla sicurezza che può avere inizio con l'apertura dell'anno scolastico 2012/13, per gli alunni delle scuole.

 

CONSIGLIO COMUNALE

Premesso che

 

-        secondo le prime stime della Protezione Civile, a seguito del terremoto che ha colpito l’Emilia e delle scosse che si sono susseguite, si stima che le persone sfollate in seguito ai terremoti del 20 e del 29 maggio siano complessivamente 16mila;

-        nelle zone interessate dalle scosse sono al lavoro da giorni circa 1.100 vigili del fuoco che hanno eseguito oltre 18mila interventi tra le province di Modena, Ferrara e Bologna;

-        i danni alla zona, secondo l'UE, si quantificano in circa 5 miliardi di euro, indicati nelle prime stime del commissario europeo per le politiche regionali Johannes Hahn;

-        il governatore della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha chiesto al governo di decretare lo stato di emergenza per le zone colpite dal sisma;

-        il terremoto di magnitudo 5.9 è stato forte quasi quanto quello, di magnitudo 6.2, che il 6 aprile 2009 distrusse L'Aquila;

-        l’impegno per la ricostruzione durerà anni e dovrà sostenere anche le attività economiche, il ripristino del patrimonio artistico e culturale delle città colpite e la messa in sicurezza degli edifici, a partire dalle scuole e dagli uffici pubblici;

-        la dimensione della tragedia è di rilevanza nazionale ed è necessario un adeguato intervento finanziario, oltre all'impegno concreto della Protezione civile che si occupa dell’assistenza agli sfollati;

-        lunedì 4 giugno 2012 è prevista una giornata di lutto nazionale.

Considerato che

-        è necessario aiutare concretamente, anche a livello finanziario, le popolazioni delle province di Modena, Ferrara e Bologna così duramente colpite dal sisma che ha portato morte e distruzione, anche attraverso iniziative di solidarietà per i terremotati e le popolazioni colpite dal terremoto;

-        in prospettiva, è importante mettere in sicurezza gli edifici pubblici, le scuole, e il patrimonio artistico e culturale; come anche favorire una cultura della sicurezza, in particolare sui luoghi di lavoro, e costruire una rete per la prevenzione.

 

INVITA IL CONSIGLIO COMUNALE DI BOLOGNA

A devolvere al fondo di solidarietà attivato dalla Regione Emilia-Romagna un importo pari al gettone di presenza del Consiglio comunale di lunedì 4 giugno 2012.

 

 INVITA SINDACO E GIUNTA

A diffondere le informazioni sulla raccolta fondi attraverso tutti i mezzi di informazione a disposizione (comunicati stampa, sito internet, URP, etc.), anche favorendo l'iniziativa dei cittadini e delle forze economiche bolognesi a sostenere il fondo di solidarietà a sostegno delle popolazioni terremotate e delle città colpite dal sisma.

A devolvere l’importo equivalente di un gettone di presenza al fondo di solidarietà attivato dalla Regione Emilia-Romagna.

  

A impegnarsi in favore di iniziative dirette a prevenire episodi sismici così da:

-        mettere in sicurezza le scuole, gli edifici pubblici e il patrimonio artistico e storico-culturale; attraverso un censimento degli edifici in regola con le leggi antisismiche e la loro messa in sicurezza;

-        favorire, in collaborazione con la Protezione Civile, una cultura della sicurezza attraverso un’azione di educazione nelle scuole, e la costruzione di una rete metropolitana per la prevenzione;

-        sensibilizzare e coinvolgere attivamente la popolazione in attività e comportamenti di autoprotezione.

 

 INVITA IL GOVERNO

-        a consentire di derogare al patto di stabilità interno per i Comuni, per le spese relative ad investimenti per la messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici, del patrimonio storico-culturale, dei luoghi di lavoro e del territorio;

-        a sospendere il pagamento dell'Imu per le popolazioni terremotate colpite dal sisma;

-        ad assegnare fondi per i Comuni colpiti, anche parzialmente, dal terremoto, così da finanziare interventi di emergenza e di ricostruzione ma anche la messa in sicurezza dei servizi pubblici, in particolare le scuole, gli indennizzi alle imprese, e per gli interventi su beni artistici e culturali;

-        a individuare misure e interventi adeguati per la ripresa dell'attività economica per le imprese nei territori colpiti dal terremoto.

 

F.to: Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale di Bologna

 

Aumentare i cibi biologici e tipici nelle mense scolastiche: è quanto prevede l'ordine del giorno proposto dal consigliere Francesco Errani, approvato il 12 marzo 2012.

Più cibi biologici e tipici nelle mense scolastiche: l'ordine del giorno proposto dal consigliere Francesco Errani, approvato all'unanimità lo scorso 12 marzo dal Consiglio comunale, invita Sindaco e Giunta ad aumentare la percentuale di alimenti di origine naturale e privi di ogm (organismi geneticamente modificati) nonchè a potenziare gli aspetti di educazione alimentare e orientamento ai consumi nel servizio di refezione scolastica affidato a Seribo.

 

Il Consiglio comunale di Bologna

Premesso che:

· la Commissione UE, con i Regolamenti CE 834/07 e CE 889/08 relativi alla produzione e all’etichettatura dei prodotti biologici, fornisce la base per lo sviluppo sostenibile della produzione biologica;
· la Regione Emilia-Romagna ha scelto, già con la legge n.29 del 04/11/2002, di introdurre l'uso di alimenti biologici nelle mense scolastiche della regione, insieme all'utilizzo di prodotti tipici e tradizionali;
· la Regione favorisce il consumo di prodotti provenienti da coltivazioni biologiche, integrate, nonché di prodotti tipici e tradizionali, riconosciuti ai sensi della normativa comunitaria, nazionale e regionale vigente, all’interno dei servizi di ristorazione collettiva (Art. 8 comma 1);
· l’articolo 9 prevede che i prodotti forniti per la preparazione dei pasti nei nidi d’infanzia, nelle scuole materne ed elementari provengano da coltivazioni biologiche per tutte le tipologie merceologiche reperibili sul mercato;
· il Sistema di Certificazione di Qualità del servizio di refezione scolastica impegna Seribo ad assicurare i propri servizi con specifici standard di qualità;
· il Comune di Bologna si è dotato di un'unità apposita di controllo a garanzia della qualità dei pasti prodotti da Seribo nei propri centri di produzione pasti;
· la finalità delle Commissioni mensa all'interno degli Istituti scolastici è di favorire la partecipazione, di assicurare la massima trasparenza nella gestione del servizio di ristorazione scolastica e di attivare forme di collaborazione e coinvolgimento dell’utenza.

Considerato che:

· quando si parla di cibo biologico ci si riferisce a tutti quei prodotti che si ottengono con un sistema di produzione in cui non si usano sostanze chimiche sintetiche e organismi geneticamente modificati (OGM) ma risorse naturali che non danneggiano né l'ambiente, né la nostra salute;
· che la AUSL di Bologna si reca presso i centri di produzione pasti gestiti da Seribo per effettuare verifiche con una cadenza media mensile, prelevando anche campioni di alimenti da sottoporre ad analisi presso laboratori accreditati;
· che il Comune di Bologna, nell'ambito delle attività ordinarie di verifica, effettua periodicamente in ogni centro produzione pasti prelievi di campioni da sottoporre ad analisi microbiologiche presso laboratori accreditati e selezionati;
· la partecipazione del cittadino alla prestazione del servizio permette la verifica sulla qualità, l'efficienza e il miglioramento dei servizi prestati;
· la Commissione mensa è un organo consultivo e propositivo ed esercita, nell'interesse degli utenti, un ruolo di collegamento tra l'utenza e l’Amministrazione comunale.

Invita Sindaco e Giunta:

· a chiedere a Seribo di aumentare la percentuale di cibi biologici e tipici nelle mense scolastiche, anche in considerazione della scadenza del contratto prevista a settembre 2013, a partire da una valutazione complessiva del processo di approvvigionamento produzione, distribuzione e somministrazione del pasto, con particolare riferimento ad una analisi puntuale dei costi attuali, della configurazione dei menù e degli eventuali sprechi;
· ad attivare strumenti più adeguati di comunicazione per fornire informazioni utili sui controlli e sull'utilizzo di prodotti delle mense, in modo da rendere pubblici e trasparenti i risultati nonché le modalità di erogazione del servizio;
· a costruire un tavolo tecnico composto da Comune di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna, Quartieri, Ausl di Bologna e Azienda pubblica Seribo, per monitorare l'andamento e la qualità del servizio, attraverso idonei strumenti di valutazione;
. a potenziare l'attività di educazione alimentare e orientamento dei consumi, anche in collaborazione con la Provincia di Bologna, l'azienda sanitaria e le Associazioni dei consumatori accreditate, monitorando anche l'assegnazione delle risorse finanziarie previste dalla Legge regionale n. 29/2002 necessarie per l'applicazione degli interventi previsti e la qualificazione del servizio;
· a favorire la costituzione e la partecipazione delle Commissioni Mensa in sede di ciascun Consiglio d'Istituto di Bologna, così da valorizzare il ruolo consultivo per quanto riguarda l'attività di verifica, conservazione e distribuzione dei cibi, anche prevedendo apposito Regolamento di funzionamento per le scuole dell'infanzia comunali in accordo con i Quartieri.

F.to: F. Errani - S. Lo giudice, M. Pieralisi, T. Petrella, M. Benassi.

 

Presentazione

L'ambizione di superare la logica dell'Albo per le Assistenti Familiari e avviare a Bologna una sperimentazione per costruire un sistema a sostegno della domicialiarita, per la messa in rete delle caratteristiche delle cosiddette "badanti", delle esperienze e competenze istituzionali e non, per creare un sistema per la qualificazione dei servizi di assistenza domiciliare. Una rete di servizi per la domiciliarita.
Obiettivo e' uscire dalla dicotomia pubblico e privato per una sussidiarietà condivisa in grado di considerare le risorse comunitarie, rispondendo a una logica di welfare di comunità.
Alcuni dati sulle tendenze socio-demografiche. Il tasso di anziani a Bologna e' tra i più alti al mondo, naturalmente mi riferisco ai cittadini residenti. Da un lato, quindi, il fenomeno dell'invecchiamento attivo della popolazione, dall'altro quello migratorio (al 31/12/2010, sono 48.000 i cittadini stranieri a Bologna e 103.000 in provincia). L'11% del Pil italiano e' straniero e si stima in 3 miliardi di euro annuali il contributo dei lavoratori migranti in imposte dirette e indirette (gettito fiscale) e in 7 miliardi di contributi previdenziali. Le lavoratrici domestiche a Bologna e provincia sono più di 17.000, con un incremento di 7.000 unita' nel biennio 2007/08 (fonti INPS al 31/12/2008).
La proposta chiede quindi all'amministrazione comunale di Bologna non solo di istituire un albo delle assistenti familiari, ma la costruzione di vere Agenzie territoriali per la domiciliarita come network di soggetti pubblici, privati accreditati e mondo del volontariato, e la qualificazione delle assistenti familiari attraverso percorsi di formazione professionale e di tutoraggio. Infine, la realizzazione nei Quartieri di servizi per favorire l'incontro tra domanda e offerta di assistenti familiari anche attraverso un servizio di mediazione culturale, valorizzando il ruolo degli Sportelli sociali e per il lavoro.

 

Il Comune di Bologna a sostegno degli anziani. Unanime approvazione dell'odg presentato dal consigliere comunale PD Francesco Errani.

Lunedì 5 marzo 2012, il Consiglio comunale ha approvato all'unanimità l'ordine del giorno presentato dai consiglieri comunali PD Francesco Errani e Mariaraffaella Ferri con cui si invita la Giunta a promuovere un sistema integrato a sostegno della domiciliarità degli anziani.


CONSIGLIO COMUNALE

Premesso che

- la legge 8 novembre 2000, n.328 "Legge quadro per la realizzazione del sistema  integrato di interventi e servizi sociali";

- la L.R. 12 marzo 2003, n.2 "Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali", e successive modificazioni;

- la Delibera regionale 2375/2009, Linee Guida per l'innovazione e lo sviluppo di attività di contatto ed aggiornamento per le assistenti famigliari. Realizzazione di azioni di supporto. Assegnazione e concessione finanziamento al Comune di Modena in attuazione della DGR n.2335/2008.

Considerato che

- negli ultimi anni l'allungamento della speranza di vita, l'aumento delle persone anziane non autosufficienti, la crescita dell'occupazione femminile, l'incremento dei nuclei famigliari composti da persone anziane e da anziani soli, hanno comportato un aumento del bisogno di cure ed assistenza domiciliari e una diminuzione della capacità di cura interna alle famiglie;

- questa tendenza socio-demografica e la grande disponibilità di lavoratrici straniere provenienti da paesi con situazioni problematiche dal punto di vista socio-economico, hanno favorito il sempre maggiore ricorso ad assistenti famigliari private (AA.FF.) per l'assistenza a persone anziane e disabili;

- nel 2008, secondo le fonti Inps, il numero di lavoratrici domestiche, comprendente le cosiddette badanti, ha superato le 17 mila unità in Provincia di Bologna, con un incremento di oltre 7 mila unità nell'ultimo biennio; e riguarda 1/5 degli immigrati residenti in Provincia di Bologna;

- la prospettiva di realizzare un albo delle assistenti familiari, da formare ed accreditare nella logica di emersione del fenomeno e del principio di aiutare chi aiuta, è compresa nel programma di mandato dell'Amministrazione comunale;

- si ritiene necessario sostenere la formazione e la qualificazione del lavoro delle assistenti familiari, sia come garanzia di buon intervento verso gli anziani non autosufficienti che come riconoscimento delle competenze professionali delle lavoratrici, coerentemente con il servizio regionale di formalizzazione e certificazione delle competenze (SRFC).

INVITA SINDACO E GIUNTA

A promuovere la sperimentazione di un sistema a sostegno della domiciliarità degli anziani, che integri i diversi servizi assistenziali disponibili pubblici con il servizio prestato dalle assistenti famigliari acquisito dalle famiglie; al fine di qualificare l'incontro fra assistenti familiari e famiglie, in collaborazione con i Quartieri, le ASP, l'ASL, le Organizzazioni del Terzo Settore e sindacali, per favorire la domiciliarità degli anziani e l'emersione e la qualificazione del lavoro di cura delle assistenti familiari; anche prevedendo:

- azioni utili alla costruzione di progetti individualizzati rivolti alle persone che necessitano di assistenza familiare e volti alla istituzione di una lista o albo delle assistenti familiari;

- di favorire la costituzione di Agenzie territoriali per la domiciliarità come network di soggetti pubblici, privati accreditati e mondo del volontariato, coordinati a livello cittadino, per la messa in rete di risorse, buone pratiche, informazioni e servizi dedicati alle persone non autosufficienti e alle loro famiglie;

- la qualificazione delle assistenti familiari (italiane e straniere) sia attraverso percorsi formativi che di tutoraggio e accompagnamento per verificare l'inserimento in famiglia, cosi da tutelare i diritti di cittadinanza sia da parte di chi offre sia di chi domanda il lavoro;

- la realizzazione nei Quartieri di servizi volti a favorire l'incontro domanda/offerta diassistenti familiari per ottimizzare la lettura del bisogno delle famiglie richiedenti e  la conoscenza delle caratteristiche delle assistenti familiari, delle loro capacità e disponibilità, anche attraverso un servizio di mediazione interculturale.

F.to: Francesco Errani; Mariaraffaella Ferri;

 

Presentazione

Questa crisi economica è una crisi anche e soprattutto del mercato del lavoro, anche da noi, in Emilia Romagna, a Bologna, negli anni passati una Regione e una città che ha conosciuto la massima occupazione. Questa crisi colpisce soprattutto i più deboli. Credo che, vada ripensato un nuovo modello di sviluppo economico locale, un modello che parta dal basso, che abbia riferimento non solo criteri economici, ma anche etici e valoriali. Torino, prevede che una percentuale di bilancio sia destinata alle esternalizzazioni, alla cooperazione di tipo B che lavora per l'inserimento lavorativo di persone in situazioni di svantaggio.
Quest'ordine del giorno vuole sostenere, promuovere la cooperazione di tipo B, prevedendo che negli appalti sotto soglia si possa prevedere l'affidamento diretto, per l'appalto sopra soglia la possibilità di clausole sociali. Credo che questo sia un'occasione per investire, consapevoli che investire sul Welfare sia un vantaggio per tutti e per garantire, soprattutto a chi è più debole, di poter fare un passo in avanti, di esercitare un diritto di cittadinanza.

 

Sostegno alla collaborazione con la cooperazione sociale di tipo B. Approvato l'ordine del giorno del consigliere comunale PD Francesco Errani.

Il Consiglio comunale, nella seduta di lunedì 31 gennaio 2012, ha approvato l'ordine del giorno presentato dal consigliere comunale PD Francesco Errani che invita il Sindaco e la Giunta comunale a sostenere la collaborazione con la cooperazione sociale di tipo B, nella consapevolezza del ruolo che essa svolge in termini di inclusione sociale a favore delle fasce più deboli della popolazione ed a maggiore rischio di esclusione dal mondo del lavoro.

ORDINE DEL GIORNO SULLA PROMOZIONE DELLA COOPERAZIONE DI TIPO B PER L 'INSERIMENTO LAVORATIVO PRESENTATO DAL CONSIGLIERE ERRANI ED ALTRI IN DATA 19.09.2011.

IL CONSIGLIO COMUNALE DI BOLOGNA

PREMESSO CHE

- la legge 381/91, in particolare art.5 comma 1, prevede che gli Enti pubblici, compresi quelli economici e le società a partecipazione pubblica, possano stipulare convenzioni - per importi inferiori alla soglia comunitaria - con le cooperative che svolgono attività (agricole, industriali, commerciali o di servizi) finalizzati all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate, anche in deroga alla disciplina in materia di contratti sottosoglia della P.A.;

- la delibera n.1851 del 22.10.1997 della Giunta della Regione Emilia-Romagna, inattuazione dell'art.10 della legge regionale n.7/1994 e s.m., nelle premesse ribadisce che, sotto soglia comunitaria, è possibile il ricorso alla trattativa privata, anche in considerazione di situazioni di emergenza e della particolare natura di alcuni servizi da motivarsi debitamente;

- alcune Amministrazioni comunali, come ad esempio Torino, hanno anche definito una percentuale di bilancio da destinare all'esternalizzazione dei servizi alle coop. di tipo B, proprio per favorire l'inserimento lavorativo;

- anche la Provincia di Bologna, con l'atto di orientamento di Giunta del 02/02/2010 avente ad oggetto "Forme di collaborazione con la cooperazione sociale di tipo B" (IP 426/2010), è fortemente impegnata nell'attività di sostegno alle realtà operanti sul territorio che consentono il recupero sociale di persone svantaggiate, quali le cooperative sociali;

- il codice dei contratti consente, all'art.2, di subordinare il principio di economicità, entro i limiti consentiti dalle norme vigenti, a criteri ispirati ad esigenze sociali, nonché alla tutela della salute e dell'ambiente e alla promozione dello sviluppo sostenibile. Come anche all'art.69 è prevista la possibilità di esigere particolari condizioni per l'esecuzione del contratto, purchè compatibili con il diritto comunitario, e riconosce che dette condizioni possano per l'appunto attenere a esigenze sociali o ambientali. Infine, l'art.52 individua la modalità esecutiva dell'appalto caratterizzata dall'impiego della maggioranza di lavoratori disabili (programma di lavoro protetto) attraverso la qualificazione dei laboratori protetti.

CONSIDERATO CHE

pur prendendo atto delle difficoltà date dall'attuale congiuntura economica, è interesse prioritario per l'Amministrazione comunale di Bologna promuovere la collaborazione con la cooperazione sociale ed in particolare la cooperazione impegnata nell 'inserimento lavorativo di persone svantaggiate (coop. di tipo B), in quanto soggetto che svolge un'azione di interesse per la comunità.

INVITA SINDACO E GIUNTA

- a sostenere la collaborazione con la cooperazione sociale di tipo B, nella consapevolezza del ruolo che essa svolge in termini di inclusione sociale a favore delle fasce più deboli della popolazione ed a maggiore rischio di esclusione dal mondo del lavoro, anche attraverso eventuali esternalizzazioni di servizi così da promuovere l'affidamento diretto di servizi alle cooperative sociali di tipo B iscritte al Registro regionale (art.5 L.381/91), garantendo la qualità dei servizi previsti e richiesti dal Comune di Bologna;

- a prevedere l'inclusione di clausole sociali per gli appalti sopra soglia, così come previsto dal Codice contratti citato in premessa, introducendo nei bandi l'attribuzione di un punteggio qualora il lavoro sia svolto con personale svantaggiato;

- a procedere alla creazione di un punto di raccolta presso la Direzione generale del Comune di Bologna, in raccordo con il Settore Sociale, di tutti gli atti amministrativi relativi ad esternalizzazioni di attività alle cooperative sociali o a clausole sociali per gli appalti sopra soglia, in modo da verificare anche la corretta esecuzione dei contratti;

- valutare la possibilità di destinare una percentuale di almeno 3% dell'importo complessivo degli affidamenti a terzi delle forniture di beni e servizi, compatibilmente con la normativa comunitaria, nazionale regionale.

F.to: F.Errani; L. Sazzini, T. Petrella, B. Zacchiroli, M. Bugani, M. Piazza, F. Salsi, P. Caviano, S. Lo Giudice, M. Mignani, M. Cocconcelli.