Situazione Carcere Dozza - Ennesima Tragedia

 

Intervento di inizio seduta del Consigliere comunale Pd Francesco Errani in sede di Consiglio comunale il 21 novembre 2011.

CONSIGLIO COMUNALE

Situazione Carcere Dozza - Ennesima tragedia

È difficile intervenire, soprattutto per chi fa politica, e quindi prova a ricercare soluzioni, a dare risposte concrete, di fronte all'ennesimo episodio drammatico, la morte di un detenuto venerdì, è il 59esimo suicida da gennaio ad oggi nelle carceri italiane. Non è in discussione il diritto - dovere di pagare la pena, ma occorre denunciare la mancanza di una prospettiva futura per persone come  Antonio, persone chesono sotto le macerie di vita, fragili, cittadini che   probabilmente si sentono soli, senza un futuro. È paradossale la situazione del sistema carcerario italiano, quando la maggioranza dei reati potrebbero prevedere la domiciliazione. La media dei nuovi ingressi alla Dozza di Bologna è di quattro ingressi  al giornopiù quattro per trasferimenti, ovviamente parliamo anche della  domenica e del Natale. Gli educatori sono solo otto invece che tredici, e la capienza di 490 è abbondantemente superata, siamo oltre le 1.100 presenze. Il personale di Polizia, mancano 200 agenti che dovrebbero occuparsi della sorveglianza ma anche di accompagnare i detenuti per le attività, va rafforzata l'equipe multidisciplinare  presente alla Dozza, soprattutto con personale sanitario. Di fronte al crescente   sovraffollamento e al calo di risorse siamo oltre l'emergenza, il sistema è al collasso, ripeto siamo oltre le 1.100 presenze, solo 498 sono i detenuti definitivi, più del 60% dei detenuti sono in attesa di giudizio, più del 62% sono stranieri, e condizioni  igienico - sanitarie sono drammatiche per chi lavora e per chi è detenuto. Da gennaio a luglio il flusso di nuovi ingressi alla Dozza è stato superiore alle 1.000 presenze, di questi 531 sono usciti dalla Dozza nei prossimi sei mesi. Il costo per lo Stato, la spesa per il cittadino è di 200 euro al giorno per detenuto. In questa  situazione nessuna socializzazione è possibile, ma anzi c'è il rischio addirittura dei legami sociali, non è possibile il periodo di isolamento così come è previsto dalla Legge, non è possibile l'avvio di un trattamento socio - educativo così come previsto dall'ordinamento penitenziario.

La verità della crisi della destra di un  modello culturale e sociale, di leggi fallimentari come la Legge Bossi - Fini, come il Decreto Maroni - Alfano, leggi che aumentano le disuguaglianze, producono marginalità, fatture, distanza, escludono, non garantiscono diritti, tutele e opportunità per i poveracci. La detenzione, una legge che doveva essere l'estrema  ratio oggi è la normalità, è diventata una norma. Il 10 ottobre questo Consiglio ha  approvato all'unanimità un ordine del giorno sull'esecuzione penale, abbiamo deciso di occuparsi e di partire dagli ultimi, da chi è più in difficoltà. Il Comune non ha grandi competenze, ma di fronte a questo sovraffollamento disumano c'è la volontà  - da parte di questa Amministrazione - di riattivare in tempi brevi il Comitato locale per l'area dell'esecuzione penale, e quindi riattivare una rete di soggetti pubblici e privati che possano intervenire. Penso ai progetti per il lavoro, all'apicoltore presente nel carcere per la produzione del miele, al RAEE, il laboratorio per il trattamento di materiali elettrici in collaborazione con Hera, penso all'azienda in  carcere in collaborazione con l'IMA, GD, con la Marchesini, aziende private che  investono risorse, non solo umane ma anchefinanziarie. Penso al laboratorio della  sartoria per le donne, e penso a proposito del progetto per i graffiti, perla pulizia del patrimonio cittadino, quattro detenuti hanno ripulito il Liceo Copernico e stanno  lavorando al Galvani e all'Aldrovandi Rubiani. Deve essere fatto uno sforzo, un cambiamento anche a livello nazionale, c'è un nuovo Governo, c'è un nuovo Ministro, bisogna ridurre l'accesso al carcere, promuovere misure alternative. Un terzo dei detenuti oggi in carcere ha problemi legati alle tossicodipendenze, e quindi a reati connessi legati all'uso di sostanze, il 10% degli extracomunitari è in carcere per il reato di clandestinità, quando sono persone che non hanno un luogo dove stare e questa Legge li obbliga a rimanere nascosti e quindi avvicinabili dalla  criminalità. Io credo che il percorso sia questo, uscire da logiche basate solo all'emergenza per permettere a persone come Antonio di fare un passo avanti e non indietro.