L'Europa deve diventare un porto sicuro per migranti e rifugiati: servono città e regioni progressiste e solidali
sabato scorso sono stati 21 gli sbarchi a Lampedusa che hanno portato sull'isola altri 314 migranti, tra cui anche donne e bambini. Nell'hotspot, sono 1.165 i migranti, a fronte di una capienza massima di 250 ospiti.
L'attività di contrasto non ha fermato l'attività dei trafficanti di esseri umani e i campi profughi libici sono dei veri e propri “lager”. Un recente rapporto dell'Onu ha denunciato come i migranti nei centri di detenzione libici siano torturati, uccisi e le donne sottoposte a violenza.
È illusorio pensare che l'Europa possa risolvere il problema degli sbarchi delegando la soluzione ai paesi nordafricani. Il flusso non si arresterà fino a quando non verranno risolti i conflitti che sono all'origine delle guerre in Medio Oriente e fino a quando non saremo in grado di migliorare e garantire condizioni di vita dignitose per il sud del mondo.
Consapevoli della situazione drammatica che vivono migliaia di persone in Medio Oriente, l’Unione Europea deve lanciare una grande operazione di soccorso in mare al largo della Libia e garantire canali legali di accesso a tutti i profughi in fuga da guerre e persecuzioni, persone che non hanno altra possibilità che salire sui barconi della speranza.
In tutta l’UE, vi sono città e Regioni disposte a fare di più per un effettivo ricollocamento dei richiedenti asilo, e i governi nazionali dovrebbero ascoltare le loro richieste e dimostrare che la solidarietà europea non è qualcosa di astratto. Non si tratta solo di adempiere ad un obbligo morale, ma anche di rispettare i diritti fondamentali dell'uomo.
È fondamentale una vera ripartizione comune delle responsabilità in materia di migrazione e asilo e una vera solidarietà tra paese europei. E occorre prevedere misure più stringenti come, ad esempio, vincolare i finanziamenti europei per gli Stati membri, le Regioni e le città che attuano la solidarietà prevista nei Trattati europei.
Credo importante assicurare che le risorse dell'UE arrivino direttamente a Città e Regioni europee impegnate per l’integrazione dei migranti.
Non possiamo rimanere in silenzio. Abbiamo urgentemente bisogno di un sistema europeo comune basato su condizioni di accoglienza umane, procedure eque, un’autentica solidarietà esercitata attraverso la condivisione delle responsabilità, partenariati su un piano di parità con i paesi terzi, canali legali per la migrazione ed una politica di integrazione efficace.