Israele e Palestina, per la pace serve la politica
In questi giorni assistiamo per l'ennesima volta all'acuirsi del conflitto israelo-palestinese.
- che i palestinesi vivono ormai da anni in condizione di segregazione, situazione che anche Nelson Mandela non ha avuto timori a definire di apartheid;
- che l'enorme differenza militare ed economica tra israeliani e palestinesi, il modo in cui gli israeliani affermano la loro forza, non possono che indurci a chiedere con altrettanta forza e decisione ad Israele di cessare i bombardamenti.
Una condanna non può che andare ugualmente alle bombe di una e dell'altra parte, così come il dolore per le vite perdute non può che essere ugualmente rivolto a israeliani e palestinesi, ma non possiamo non "vedere" la sproporzione delle vittime e della distruzione che consegue proprio a questa differenza di potere.
In nessun stato democratico può essere accettata una risposta così violenta ai danni della popolazione.
Cosa può fare il Comune di Bologna?
Da subito, una piccola grande cosa: permettere ai cittadini palestinesi di veder riconosciuta la propria cittadinanza, modificando il sistema informativo dell'anagrafe comunale. Così come accade per altre pubbliche amministrazioni, come Ministero e Poste, possiamo aggiornare il servizio di certificazione per permettere a un cittadino della Cisgiordania, che non risiede a Gaza, di veder riconosciuta la cittadinanza nei "territori palestinesi".