Ennesima strage di migranti nel Mediterraneo, tra silenzi, omissioni e indifferenza
Le autorità europee sapevano da giorni della presenza di 3 barconi in mare, eppure nessuno ha inviato navi per soccorrere i migranti che hanno supplicato e inviato richieste di soccorso per due giorni, prima di annegare nel cimitero del Mediterraneo.
Con un sistema di pattugliamento in mare chiaramente insufficiente, Ocean Viking e 3 mercantili erano da soli nelle operazioni di ricerca e soccorso. Una situazione inaccettabile. Papa Francesco ha parlato di vergogna: “hanno implorato aiuto per due giorni, non è arrivato nessuno”.
Si tratta dell'ultima di una lunga serie di tragedie nel Mediterraneo. Sono centinaia gli uomini, le donne e i bambini, morti nelle acque al largo delle coste libiche, in fuga da guerre e fame. Solo in questi primi mesi del 2021, almeno altre 300 persone sono annegate o scomparse nel Mediterraneo centrale. L'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e UNHCR avvertono che altri rifugiati e migranti potrebbero tentare pericolose traversate, con il miglioramento delle condizioni meteo e il deteriorarsi delle condizioni di vita in Libia.
In Libia, i rifugiati e i migranti subiscono continue violazioni dei diritti umani: detenzione, abusi, sfruttamento, come documentato dalle Nazioni Unite. Condizioni che spingono le persone a intraprendere viaggi rischiosi in mare, con conseguenze spesso drammatiche.
Dobbiamo chiederci cosa stiamo facendo e cosa possiamo fare per organizzare il salvataggio dei profughi, per costruire un sistema di solidarietà e accoglienza europeo, in grado di rispondere concretamente al dramma dei migranti.
La perdita di vite umane nel Mediterraneo è una manifestazione dell'incapacità degli Stati di costruire un sistema di ricerca e soccorso, in quella che è la rotta più mortale del mondo, tra la Libia e il Mediterraneo.
A settembre 2020, è stato presentato il nuovo Patto europeo su Migrazione e Asilo, con l'obiettivo di costruire una politica comune europea per la gestione dell'asilo e della migrazione, sulla base dei principi di solidarietà e equa ripartizione delle responsabilità, per superare “Dublino”.
Se vogliamo evitare nuove strage di migranti in mare, l'unica soluzione è impegnarsi a risolvere i conflitti che sono all'origine delle guerre in Medio Oriente e lavorare per migliorare le condizioni di vita del sud del mondo. Come Amministratori locali e cittadini europei, dobbiamo essere disponibili a rafforzare l'unità politica dei paesi dell'Unione Europea, impegnarci per una politica estera comune e chiedere la costruzione di un'Europa politica e solidale.
Gentile Presidente, questa vergogna deve finire. E ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità. È urgente intervenire per salvare vite umane in mare. Italia e Unione Europea devono attivare le operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, creando un meccanismo di sbarco sicuro e legale, a cui possano far seguito azioni di solidarietà degli altri Stati europei.
E dobbiamo sostenere le Ong che conducono operazioni di soccorso: i loro interventi devono essere riconosciuti quali attività che rispondono all'imperativo umanitario di salvare vite umane.