ETA 20, nuova mascherina etica e sostenibile
Una piccola cooperativa sociale, Eta Beta, in collaborazione con Zero Waste Italy e con il supporto scientifico dell'Università di Bologna, produce una nuova mascherina con un involucro di stoffa, con cotone all'interno e tessuto tecnico all'esterno, dotata di un filtro sostituibile che la rende sicura.
Le mascherine monouso sono una minaccia ambientale: sono migliaia quelle rinvenute in mare e le mascherine Ffp2 e Ffp3 non sono riciclabili e, una volta buttate, finiscono negli inceneritori. Anche quando saremo tutti i vaccinati, le mascherine continueranno inoltre a essere utilizzate per la prevenzione. Dobbiamo quindi porci il problema, come politica e amministrazioni pubbliche, del destino delle mascherine chirurgiche. Le istituzioni pubbliche debbono intervenire sul recupero di questi materiali, per riciclare il materiale.
ETA 20, oltre a garantire sicurezza per la salute, riduce invece l'impatto dei rifiuti sull'ambiente. Il rispetto per l'ambiente si manifesta anche promuovendo stili di vita tesi ad un minore consumo di materiali e ad una minore produzione di rifiuti. L'uso delle mascherina ETA 20, oltre al miglioramento del benessere, assicura la diminuzione dei rifiuti indifferenziati e delle spese di smaltimento. Il progetto contribuisce quindi alla salvaguardia del patrimonio ambientale e della salute, educando al concetto di sviluppo sostenibile e contribuendo alla diffusione di una pratica ecologica e a comportamenti e consumi responsabili.
C'è poi un ulteriore valore aggiunto del progetto, il progetto sociale: nella produzione di ETA 20 sono impiegate persone in situazione di svantaggio. La cooperativa sociale Eta Beta gestisce, infatti, percorsi di formazione e inserimento lavorativo per persone in carico servizi sociali e sanitari territoriali.