La riapertura delle scuole deve essere la priorità
Dovrebbe essere la priorità, invece la scuola ormai da mesi viene lasciata al margine, come se l'istruzione fosse diventata un decoro e non un pilastro della nostra società. La Regione Emilia-Romagna ha annunciato che la riapertura delle scuole superiori è prevista per il prossimo 25 gennaio, ma i continui rinvii, le insicurezze e la precarietà, hanno portato studenti e genitori a manifestare per tornare alla scuola in presenza prima possibile.
Il collasso del sistema scolastico non dipende solo della pandemia Covid-19, ma è conseguenza di anni di tagli e indifferenza.
Una ricerca svolta tra aprile e giugno scorsi dalla Società italiana di ricerca didattica, mostra come la percentuale di studenti “non raggiunti” sia tra il 6 e l’8% e dei “parzialmente raggiunti” tra il 16 e il 18%. È grave la situazione che stiamo vivendo: aumentano deficit formativo e disuguaglianze educative. Questo è il vero debito che lasciamo alle generazioni future.
Inoltre, nessuno sembra preoccuparsi del disagio di giovani e minori, che prima poteva manifestarsi nelle scuole e che oggi sembra scomparso, sfuggito a ogni tipo di controllo. Semplicemente, non se ne parla più. Non si parla più dei giovani.
A marzo, la didattica a distanza è stata affrontata come un provvedimento di emergenza. Oggi, dopo quasi un anno, la scuola sta esplodendo.
Serve maggiore chiarezza nelle scelte che riguardano la scuola: dobbiamo garantire continuità educativa e il diritto all'istruzione in presenza almeno al 50%. E serve una maggiore attenzione alla tutela delle situazioni di fragilità e al benessere delle studentesse e degli studenti.
E serve un progetto politico culturale sull'educazione e sulla scuola che possa coinvolgere direttamente gli studenti che chiedono con forza di tornare in presenza.