Solidarietà ai tempi del Coronavirus. Bologna, le strutture del Piano Freddo per offrire protezione alle persone senza dimora
Quella dei senza tetto è un'emergenza straordinaria, parliamo degli "ultimi": persone con problematiche legate alle dipendenze ma anche donne e uomini in situazione di povertà relazionale ed economica, come conseguenza anche della crisi economica. La relazione d'aiuto con le persone che non hanno casa e che dormono per strada è molto spesso problematica, difficile. Le persone che dormono per strada e che occupano materassi e cartoni, come tutti noi, hanno un volto e una storia che li conduce fino lì. E la povertà non è una scelta, è ingiustizia sociale.
A Bologna, sono più di 2.500 i cittadini senza fissa dimora, persone che, prive di residenza, non hanno un medico a cui rivolgersi in caso di sintomi. Le misure di contenimento creano anche problemi non facili da superare per gli operatori, le organizzazioni e i volontari che si occupano di aiutare gli uomini e le donne senza dimora.
Insieme al personale medico che lavora nelle strutture sanitarie della nostra città, sono tanti gli operatori del sociale e del mondo educativo che, invece di rimanere a casa al sicuro con i propri cari, si trovano a dover fronteggiare la pandemia Coronavirus.
Lo sportello Città Prossima–Help Center in questi giorni funziona in modalità mobile: gli operatori escono in strada per raggiungere le persone senza dimora che hanno bisogno di assistenza, per monitorare in modo efficace la presenza delle persone in strada rispettando naturalmente la distanza di sicurezza di almeno un metro.
Inoltre, le strutture di accoglienza del Piano Freddo (fino al 31 marzo) resteranno aperte dalle 14 alle 10 del giorno dopo, aggiungendosi alle altre strutture che sono già aperte tutto il giorno. Si tratta di un impegno straordinario che il Comune mette in campo attraverso Asp Città di Bologna e il Consorzio Arcolaio che gestisce il Piano Freddo per garantire la massima protezione dalla strada alle persone senza dimora e per rispettare la richiesta al muoversi meno possibile.
Nelle strutture prosegue la distribuzione dei pasti e viene promosso il raccordo con le parrocchie e con le associazioni di volontariato.
Vorrei ringraziare gli operatori del Piano Freddo, il personale del Comune e di Asp, gli educatori e assistenti sociali, e i volontari impegnati con grande generosità a favore delle persone più fragili.