Laurent aveva 14 anni ed è morto in aereo sognando l'Europa
si chiamava Ani Guibahi Laurent Barthélémy, il ragazzo quattordicenne morto assiderato nel carrello dell’aereo dove si era nascosto per provare a raggiungere Parigi. Da Abdjan, la capitale della Costa d’Avorio, sono cinque o sei ore di volo e la temperatura può scendere fino a 50 gradi sotto lo zero. Laurent frequentava la scuola media, ed è morto a quattordici: ha scavalcato il muro di cinta dell’Aereoporto, si è nascosto e ha poi abbracciato il carrello dell’aereo. I genitori hanno dato l’allarme non vedendolo tornare a casa da scuola.
Lo scrittore Roberto Saviano ha scritto un bellissimo articolo, "In memoria di un bambino morto in aereo sognando l'Europa", ricordando che Laurent "Rincorreva l'unica possibilità di felicità che gli era stata data: scappare".
La sua morte pesa come una piuma nella coscienza collettiva. Non basta certo a convincere i benpensanti che uno Stato e un’Europa democratica che costringe un bambino di quattordici anni a trovare la morte su un carrello di un aereo, avrebbe invece il dovere di proteggerti e garantire condizioni di vita dignitose.
La storia drammatica di Laurent è una sconfitta di tutti. L’Europa e i cittadini europei non devono dimenticare l'umanità, l’idea di un'Europa inclusiva.