La morte di Regeni e il coraggio della verità
10 giugno 2019, Ferrara: la bandiera leghista sullo striscione di Giulio Regeni.
20 giugno 2019, Trieste: tolto lo striscione di Giulio Regeni dalla Regione per gli addobbi dell’under 21 di calcio.
22 giugno 2019, Sassuolo: rimosso lo striscione per Giulio Regeni "Troppo impolverato".
Era il 25 gennaio 2016, l'ultimo giorno di un giovane ricercatore italiano, ucciso e torturato in Egitto. Giulio Regeni aveva 28 anni ed era un dottorando dell’Università di Cambridge.
Nel mandato precedente il Consiglio comunale di Bologna ha approvato un Ordine del Giorno per sostenere la campagna di Amnesty International, per non permettere che l'omicidio del giovane ricercatore italiano finisca per essere dimenticato. Durante questo mandato il Comune ha esposto uno striscione per Giulio Regeni a Palazzo D’Accursio.
È importante continuare a chiedere con forza ai governi egiziano e italiano, e all’Unione Europea, di far luce sull’uccisione di Giulio Regeni. Le responsabilità per la morte di Giulio risalgono chiaramente ai capi dei servizi segreti egiziani e da qui fino ai vertici del governo.
A tutto questo oggi si aggiungono le vergognose iniziative di Ferrara, Sassuolo, e del governatore del Friuli di rimuovere lo striscione dal palazzo della Regione. Sono iniziative che offendono, e offende anche l’ipocrisia delle giustificazioni.
Nessuno ha mai usato la morte di Giulio Regeni per un significato politico.
Giulio è un ragazzo italiano, figlio della regione Friuli, per il quale tutta l’Italia ha il dovere di continuare a chiedere la verità, anche se consapevoli delle enormi difficoltà.
A distanza di tre anni e mezzo dall'omicidio in Egitto di Giulio Regeni, è importante continuare a sostenere la campagna di Amnesty International che chiede "Verità per Giulio Regeni". Non dobbiamo permettere che l'uccisione di Giulio finisca per essere dimenticata.
Potremo fermarci solo davanti alla verità. Lo dobbiamo alla famiglia di Giulio, ai suoi amici e colleghi che da ogni parte del mondo chiedono verità. Lo dobbiamo a tutti noi e alla nostra dignità. Quello che è accaduto in questi giorni dimostra invece solo l’inadeguatezza e la povertà culturale di alcuni politici.