Bologna deve resistere alla disumanità di questo Governo
Nel 2013, a Bologna siamo stati capaci prima di chiudere il Cie, un luogo di degrado e violazione dei diritti umani, e successivamente (nel 2014), via Mattei è diventato un luogo di accoglienza per chi è costretto a scappare da fame e guerra: un Hub dove prestare assistenza sociale e sanitaria, dove insegnare l’italiano. In questi anni Bologna ha costruito un progetto di accoglienza diverso che garantisce diritti e umanità a chi ha bisogno di protezione. Un esempio per tutta Italia e non solo, anche l’Europa ha riconosciuto l’impegno della Regione Emilia-Romagna e della Città metropolitana di Bologna a costruire un modello di accoglienza diffuso in grado di essere dignitoso per tutti (sia per chi arriva che per chi accoglie), grazie al sistema Sprar della Città metropolitana di Bologna che permette di superare la logica emergenziale: tutti gli enti locali partecipano al sistema di accoglienza.
Bologna non merita di tornare indietro. Abbiamo già visto le immagini del Centro di Accoglienza di Castelnuovo di Porto, con centinaia di persone (compresi donne e bambini) buttate per strada, sono disumane. E quello che accade oggi anche nella nostra città è una violenza che non possiamo accettare, sia verso i migranti che verso i lavoratori.
L’invito al Prefetto è di sospendere una decisione disumana e di rendersi disponibile a incontrare le lavoratrici e i lavoratori
Dobbiamo contrastare l’ipotesi di chiusura dell’Hub di via Mattei e tutelare i lavoratori. Da Bologna può partire una battaglia di civiltà, un esempio per dimostrare come sia possibile fare politiche e azioni concrete di accoglienza e di cittadinanza per tutti. Un idea di città inclusiva, che resiste alla disumanità di questo Governo.