Una Commissione d'inchiesta parlamentare sulla morte di Giulio Regeni
Sono passati più di tre anni dalla scomparsa di Giulio, era il 25 gennaio 2016, l'ultimo giorno di un giovane ricercatore italiano, ucciso e torturato in Egitto. Giulio Regeni aveva 28 anni ed era un dottorando dell’Università di Cambridge.
Nel mandato precedente il Consiglio comunale di Bologna ha approvato un Ordine del giorno per sostenere la campagna di Amnesty International, per non permettere che l'omicidio finisca per essere dimenticato. Durante questo mandato il Comune di Bologna ha esposto uno striscione per Giulio a Palazzo D’Accursio.
Ma questi tre anni sono trascorsi nell’inconcludenza delle iniziative del governo italiano, e il governo del Cairo ha depistato e minacciato ripercussioni di fronte al grande lavoro della Procura di Roma che non ha trovato la collaborazione dei magistrati del Cairo. Oggi le indagini sono ferme e Amnesty International denuncia una situazione drammatica in Egitto: torture, sparizioni, esecuzioni, processi collettivi, decine di condanne a morte.
In una lettera a Repubblica, i genitori di Giulio Paola e Claudio Regeni, hanno lanciato un appello al presidente del Consiglio italiano perché si faccia chiarezza sulla morte del figlio.
La Commissione d’inchiesta è un tentativo per cercare la verità sull’omicidio di Giulio. È importante continuare a chiedere con forza ai governi egiziano e italiano, e all’Unione Europea, di far luce sull’uccisione di Giulio Regeni.
E anche a Palazzo D'Accursio dobbiamo continuare a sostenere la campagna lanciata da Amnesty International che chiede "Verità per Giulio Regeni". Non dobbiamo permettere che l'uccisione di Giulio finisca per essere dimenticata. Potremo fermarci solo davanti alla verità. Lo dobbiamo alla famiglia di Giulio, ma anche e soprattutto alla dignità dell'Italia. Lo dobbiamo a tutti noi e alla nostra dignità.
https://www.amnesty.it/3annisenzagiulio-tre-anni-senza-verita/