Una rete di città per il Global Compact
Il giorno in cui i Sindaci di Bologna e Lampedusa promuovono un’azione comune per un’adesione delle città italiane al Global Compact per l’immigrazione, la Prefettura di Bologna ha pubblicato il bando per trasformare l’Hub regionale, luogo dove fare vera accoglienza per profughi e richiedenti asilo, in un grande centro (CAS, Centro di Accoglienza Straordinario) che potrebbe ospitare più 200 persone, una struttura che rischia di non permettere nessuna integrazione e autonomia possibile.
Bologna in questi anni ha costruito un progetto di accoglienza diffusa che garantisce diritti e umanità a chi ha bisogno di protezione. Un esempio per tutta Italia e per l’Europa, mentre i grandi centri, i CAS, non hanno mai funzionato e sono uno spreco di risorse pubbliche, oltre a non garantire le tutele sia per chi è ospite che per chi lavora.
Credo quindi importante il lavoro del Sindaco per organizzare una “rete civica” e di città italiane e europee per l'integrazione delle persone migranti. Dalle città e da Bologna può partire una battaglia di civiltà, un esempio per dimostrare come sia possibile fare politiche e azioni concrete di accoglienza e di cittadinanza per tutti. Un idea di città inclusiva, in grado di promuovere responsabilità diffusa e partecipazione: patti di collaborazione tra città con l’obiettivo di sviluppare rapporti economici, commerciali e culturali. E canali di immigrazione legali, ordinati e sicuri, secondo i principi del Global Compact per l’immigrazione.
https://www.internazionale.it/bloc-notes/annalisa-camilli/2018/12/06/global-compact-migrazione