Migranti: quasi 250 i morti nel Mediterraneo a gennaio
In Italia gli arrivi sono 5.457 e le vittime 337; in Spagna gli arrivi sono 2.540 e le vittime 105; in Grecia gli arrivi 2.915 e in Turchia gli arrivi sono 37. In totale quindi sono arrivati in Europa 10.949 migranti e 442 sono le persone morte.
Gli arrivi sono diminuiti rispetto al 2017 (erano stati 20.051), ma in percentuale i morti sono aumentati.
Tra i 91 migranti approdati a Pozzallo a bordo della nave dell'Ong spagnola Proactiva Open Arms, c'era un giovane eritreo di 22 anni arrivato in condizioni disperate: il giovane è morto per fame e per la malnutrizione.
Al confine con la Francia, a febbraio una giovane donna nigeriana incinta è morta dopo il parto: la donna era stata respinta dalla polizia francese ed era ricoverata a Torino dove è nato il bimbo.
Lo scorso 10 marzo una guida alpina francese aveva cercato di trasportare in ospedale una donna africana, che era in travaglio sulle Alpi tra la neve a 1.900 metri d’altitudine: ora la guida transalpina rischia fino a cinque anni di carcere.
Se non vogliamo essere complici di questa strage a pochi km dalle nostre coste o al confine tra Francia e Italia, è necessario costruire un'Europa solidale e un vero sistema di accoglienza per chi fugge da fame e guerre. Un sistema per accompagnare le persone verso una situazione di legalità.
L’attività di contrasto in questi mesi non ha fermato l’attività dei trafficanti di esseri umani e i campi profughi libici sono dei veri e propri “lager”. È illusorio pensare che l’Europa possa risolvere il problema degli sbarchi delegandone la soluzione ai paesi nordafricani. Il flusso non si arresterà fino a quando non verranno risolti i conflitti che sono all’origine delle guerre in Medio Oriente e fino a quando non saremo in grado di migliorare e garantire condizioni di vita dignitose per il sud del mondo.
Consapevoli della situazione drammatica che vivono migliaia di persone in Medio Oriente, l’Unione Europea deve lanciare una grande operazione di soccorso in mare al largo della Libia e garantire canali legali di accesso a tutti i profughi in fuga da guerre e persecuzioni, persone che non hanno altra possibilità che salire sui barconi della speranza.
Dobbiamo lavorare per costruire un'Europa capace di una difesa comune e di politiche migratorie comuni, per combattere le pulsioni anti-europee. Non possiamo accettare l'idea che ci possa essere, da parte di qualche paese, un tirarsi fuori da una comune responsabilità europea sui temi dell'immigrazione: da parte di tutti gli stati membri dell'Unione Europea devono valere i principi di responsabilità e di solidarietà.
L’Europa e i cittadini europei non devono dimenticare l'umanità, l’idea di un'Europa inclusiva.