Clochard trovato morto sull'autobus
Gentilissima Presidente,
Quella dei senza tetto è un'emergenza straordinaria, parliamo degli "ultimi": persone con problematiche legate alle dipendenze ma anche donne e uomini in situazione di povertà relazionale ed economica. Oggi il confine tra la cosiddetta normalità di chi è in salute e chi rischia di ritrovarsi in una situazione di grave disagio è sempre più sottile. A volte basta un evento critico, un lutto o la perdita del lavoro, come conseguenza anche dell'aggravarsi della crisi economica.
Bologna, durante lo scorso mandato, con il Piano Freddo e il sistema di accoglienza, ha costruito una rete di sostegno e solidarietà in cui tutti, attori istituzionali e mondo del volontariato, si sono attivati per dare una possibilità di rifugio e riparo per persone senza rete e alloggio. Un'azione straordinaria che può, se organizzata, diventare una buona pratica. Le attività vanno dalla distribuzione di generi alimentari, pasti caldi, coperte e vestiti, a informazioni, accompagnamento alle strutture e accoglienza presso i dormitori.
La buona politica è quella che fa diventare ordinario ciò che è straordinario. C'è un segnale di buona politica che può essere raccolto e trasformato in prassi ordinaria: questa rete, se diventa un'organizzazione ordinaria, non è solo un buon esempio ma una buona pratica.
Queste morti ci dicono che la battaglia che Piazza Grande porta avanti tutti i giorni da 23 anni è importante, e che bisogna agire sugli interventi di sostegno sanitario, sociale e lavorativo.
Bisogna anche far capire non solo le buone ragioni etiche e sociali ma anche quelle economiche di una politica inclusiva. Dall'aiuto all'aiuto reciproco, in cui si evolve dai ruoli di partenza, collegando una situazione di emergenza alla possibilità di attivare le risorse delle persone.
Credo che serva una riflessione per aprire una prospettiva inclusiva per la politica. Una logica che credo possa guidare tutte le politiche, per passare da un'emergenza continua a una gestione ordinaria degli interventi. Queste morti devono permettere di riaprire una riflessione sul sistema di accoglienza in Italia e a Bologna.