Il carcere minorile del Pratello può essere una risorsa per la città
Gentilissima Presidente,
Cosa può fare il Comune di Bologna? Insieme alla Regione Emilia-Romagna, riprendere il governo politico in tema di esecuzione penale per mettere a sistema le risorse e competenze di Bologna, promuovendo il coinvolgimento delle realtà del territorio e la partecipazione della società civile. Pensiamo all'Uisp con le attività sportive, ai percorsi di alfabetizzazione promossi dall'Istituto Comprensivo, ai corsi di formazione professionale di IIPLE sulla scenotecnica e Fomal sulla ristorazione, al teatro in carcere, e alle attività di volontariato promosse dall'Associazione Uva Passa che tutti i sabati e le domeniche è impegnata a costruire relazioni con i giovani del Pratello. Pensiamo al nuovo progetto musicale Leporello promosso dall’Associazione Mozart14: la musica non ha solo una valenza estetica, ma anche pedagogica e terapeutica.
Il carcere minorile è di territorialità regionale e non può certo gravare solo su Bologna. Per rispettare le condizioni minime richieste in materia di condizioni sanitarie, igieniche, e di reinserimento sociale e lavorativo, e provare a costruire un progetto di città per il Pratello, occorre però uscire dalla instabilità in cui si dibatte. Se vogliamo costruire una politica inclusiva, sarà necessario impegnarsi per garantire a Bologna un serio e costruttivo confronto con le realtà e le istituzioni cittadine, al fine di realizzare il necessario coinvolgimento progettuale che potrà fare di un ragazzo finito in carcere un cittadino che sente di appartenere ad una comunità accogliente che ha bisogno anche di lui.
Così come accade per gli adulti con il coordinamento del Comitato Locale Esecuzione Penale, anche per i minori serve un coordinamento cittadino. Senza dimenticare “un'antica e popolare strada porticata di 600 metri, cuore di Bologna e luogo dove andare per prendersi il tempo della libertà”, via del Pratello.
Anche il carcere minorile di Bologna può essere una risorsa per la nostra città.