Scuola via web e povertà educativa

Gentile Assessora, gli effetti della pandemia Covid-19 richiedono una riflessione sul tema della formazione, dell’educazione e della cultura, con particolare riferimento al diritto allo studio.

La didattica a distanza che ha consentito, grazie all’ammirevole impegno di gran parte del personale docente, di tenere in vita nell’emergenza l’impegno formativo, comporta purtroppo anche il rischio di aumentare le diseguaglianze educative e sociali, in relazione al digital divide e alle differenti opportunità di accesso alle informazioni e alle condizioni economiche e culturali. Non tutte le famiglie, infatti, dispongono delle risorse educative e economiche per permettere ai figli di seguire le lezioni scolastiche, perchè non in possesso di pc, tablet, connessione o di un adeguato sostegno educativo.

Come evidenziato anche dal sondaggio condotto dal Comitato bolognese Scuola e Costituzione, il 13% delle bambine e bambini delle nostre scuole non segue la didattica a distanza, con il rischio di un aumento delle disuguaglianze e della dispersione scolastica.

Anche gli Istituti scolastici hanno segnalato numerose problematiche collegate alle difficoltà di insegnamento e apprendimento in modalità online, in particolare sottolineando la difficoltà di proseguire l’impegno di una didattica inclusiva e interculturale.

Infine, nonostante l'impegno straordinario dei docenti di ogni ordine e grado per permettere al nostro sistema formativo di continuare con videolezioni, videoconferenze, telefonate individuali, la didattica a distanza non permette comunque di salvaguardare la “classe” come luogo fisico di relazioni tra studenti e insegnanti, valorizzando l’insegnamento e l’apprendimento grazie anche alla comunità educativa.

Risposta dell'Assessora Zaccaria

"Grazie consigliere per la domanda, cercherò di aggiornare il tema, ne abbiamo già parlato. Non entro nel merito delle percentuali del sondaggio che lei ha citato perché non sappiamo se il campione è indicativo. Quello che possiamo dire senza ombra di dubbio è che se da un lato la didattica a distanza ha consentito di colmare un vuoto in un momento difficilissimo, sono fin da subito emerse le criticità, che sono quelle che sostanzialmente lei ha segnalato, rispetto alle quali l’Amministrazione si è subito attivata. Il problema è molto complesso, lei lo ha accennato, i punti su cui intervenire sono diversi perché la mancanza dei device è solo il primo degli ostacoli, fondamentale, per potere usufruire della didattica a distanza, però, il problema è molto più complesso. Fin da subito abbiamo attivato un confronto con i dirigenti scolastici e con l’Ufficio scolastico territoriale per cercare di confrontare quali erano i rispettivi problemi e le rispettive segnalazioni e cercare di capire dove era necessario intervenire. Tutti i comuni hanno cercato di essere immediatamente a sostegno del sistema scolastico. Dopo solo due settimane dall'emergenza siamo riusciti ad attivare interventi di natura socio-educativa ed extrascolastica, i Centri Anni Verdi, l'insegnamento dell'L2 e la mediazione culturale a distanza e il sostegno agli alunni disabili per i tipi di disabilità che lo consentivano. C’è stato un approfondimento molto minuzioso, l’ho già detto ma ci tengo a ribadirlo, dai Servizi Educativi Territoriali è stata data una risposta non solo tempestiva, ma si sono andate ad analizzare tutte le carenze caso per caso, non solo per individuare le situazione dove mancavano i device, anche perché sappiamo che sono state desinate nel corso del tempo delle risorse e quindi ancora adesso stiamo cercando di capire i criteri di distribuzione migliore, ma anche perché come dicevo prima, man mano che proseguiva l’emergenza, anche bambini e ragazzi che inizialmente partecipavano si sono persi. Il rischio della dispersione scolastica e delle disuguaglianze, l’abbiamo avuto immediatamente davanti agli occhi e abbiamo cercato di attivarci proprio per contrastare questi due fattori. Il lavoro è stato caso per caso proprio perché in alcuni casi ci sono famiglie che sono tornate nei paesi di origine, queste cose noi le abbiamo sapute da altri componenti della classe, dalla scuola o anche dalle famiglie stesse. Ci sono altre situazioni che siamo riusciti a evidenziare, in cui anche in presenza della tecnologia, per questioni di estrema fragilità, si riteneva che non fosse necessario che i bambini seguissero le lezioni a distanza, quindi è chiaro che un intervento dei servizi sociali ha consentito un recupero. C’è poi tutta una parte di assistenza che è stata fatta alle famiglie per questioni che a noi possono sembrare banali, ma che invece sono fondamentali: in presenza dello strumento tecnologico non si era in grado di usarlo, quindi anche solo l’apertura di un indirizzo e-mail, oppure la possibilità di accedere ai portali era difficoltosa. In questi ultimi casi sono state predisposte delle azioni di tutoraggio vero e proprio delle famiglie, per aiutarle a superare gli ostacolo tecnologici. Per quanto riguarda le risorse, inizialmente c’è stato un primo stanziamento del MIUR, c’è stato uno stanziamento della Regione Emilia-Romagna, una grossa donazione della Fondazione Zanichelli, ma anche tante donazioni di minore importo che hanno consentito e stanno tuttora consentendo di rispondere ai dei bisogni e su questo noi continuamente monitoriamo l’evolversi di queste situazioni. Sul piano educativo, oltre al continuo confronto con i dirigenti scolatici, ci tengo a citare anche il servizio comunale di L2 e mediazione culturale, che è sempre rimasto attivo e sostiene circa 400 alunni, offrendo attività molto importanti. Da un lato il servizio di insegnamento della lingua italiana per minori iscritti alla scuola primaria e secondaria, rivolto ai nuovi arrivati, ma anche agli studenti di seconda generazione, che si trovano in condizione di bilinguismo, ma hanno bisogno di sostegno per la predisposizione, per esempio, dei materiali didattici per le insegnanti. Dall'altro la mediazione linguistico-culturale che è altrettanto importante proprio per raggiungere i nuclei dove ci possono essere delle difficoltà come quelle di cui parlavo prima, per cercare appunto di recuperare quei bambini che o non sono stati raggiunti subito o che si sono persi col prolungarsi dell’emergenza. Queste sono tutte attività che sono molto importanti nelle condizioni di fragilità in cui si trovano alcune famiglie. È attivo il servizio Servizio di Aggancio scolastico e Stanze educative, che segue 35 studenti in dispersione scolastica o a rischio di dispersione con lezioni online che si tengono due volte alla settimana su temi di attualità con realizzazione di diari di bordo, produzione di video e immagini, e il supporto didattico per la realizzazione dell'elaborato di terza media. Non esaurisco tutte le azioni che abbiamo messo in campo, ma cito queste per fare capire che non solo, come dicevo, il Comune è di supporto al sistema scolastico, ma che certamente abbiamo piena consapevolezza che si tratta di interventi che vanno personalizzati e quindi la capacità, anche tramite i Quartieri e i Servizi Educativi Territoriali di tenere questo continuo contatto io credo che sia lo strumento principale che ci consente di capire in maniera chiara dove è necessario agire. È un ambito dove degli interventi generalizzati possono dimostrasi poco efficaci se non andiamo ad analizzare le cause, visto che il problema è così complesso".