La scuola è una battaglia di tutti

Gentile Assessora Susanna Zaccaria,
innanzitutto desidero ringraziare Lei e il personale del Comune di Bologna impegnato per la riapertura delle nostre scuole. Ringrazio anche tutto il personale scolastico, insegnanti ed educatori, impegnato a garantire la didattica e la sicurezza nelle nostre scuole.

A Bologna, non sono quindi in discussione le energie per la ripartenza della nostra scuola, da parte di tutti.

Ma le esperienze messe in campo per la riapertura delle nostre scuole purtroppo non garantiscono qualità della didattica e diritto allo studio. Mi riferisco a problematiche che nascono da scelte effettuate a livello nazionale che purtroppo penalizzano i territori:

  • il blocco delle assunzioni e della mancata nomina di supplenti sta mettendo in crisi l'avvio dell'anno scolastico in molte scuole;
  • studentesse e studenti delle nostre scuole superiori svolgono solo poche ore a settimana di lezione, a volte solo un’ora al giorno e altre giornate addirittura nessuna lezione perché le ore sono pari a zero;
  • la novità di classi coperte da "organico legato all'emergenza Covid" ha risultati disastrosi, perché gli insegnanti supplenti preferiscono rinunciare a cattedre precarie per il timore del licenziamento a causa del Covid-19;
  • alcune scuole non garantiscono didattica digitale integrata (DDI), in modalità complementare alla didattica in presenza;

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Priorità alla scuola?

La scuola è il futuro, immediato e prossimo, della nostra città e del nostro Paese. La scuola deve essere la battaglia di tutti.

Credo siano state investite molte energie per la ripartenza della nostra scuola da parte di tutti. Penso alla nuova organizzazione per garantire sicurezza e al recupero di nuovi spazi. Ma le esperienze e le energie messe in campo per la riapertura delle nostre scuole purtroppo non sono ancora sufficienti a garantire la qualità della didattica e garantire il diritto allo studio, sancito dalla nostra Costituzione.

Mi rivolgo in particolare al Governo, al Ministro dell’Istruzione e all’Ufficio scolastico provinciale e regionale: le scuole stanno sospendendo le lezioni nelle classi non per casi di alunni o docenti risultati positivi al test Covid, non per mancanza di banchi o di spazi, ma semplicemente per mancanza di insegnanti. ll problema del blocco delle assunzioni e della mancata nomina dei supplenti da parte degli uffici scolastici provinciali sta mettendo in crisi l'avvio dell'anno scolastico in molte scuole, anche a Bologna.

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A 15 anni dalla morte di Federico Aldrovandi

Il 25 settembre del 2005, di ritorno da una serata con amici, il 18enne Federico Aldrovandi veniva ucciso alle prime ore del mattino, nella sua città, Ferrara.

Insieme a Stefano Cucchi e Giuseppe Uva, quello di Federico Aldrovandi è uno dei casi di giovani uccisi per mano delle forze dell’ordine. Dopo numerose omissioni, nel 2012, per “eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi”, sono stati condannati quattro poliziotti a 3 anni e 6 mesi di reclusione.

Nel 2013, il Sindaco di Bologna, insieme al Consiglio comunale, ha conferito la cittadinanza onoraria della nostra città a Patrizia Moretti, mamma di Federico Aldrovandi. Una donna coraggiosa che con determinazione ha lottato per arrivare alla verità sulla morte del figlio.

A luglio 2018, il Consiglio comunale di Bologna ha approvato la mia proposta per intitolare un luogo pubblico della nostra città a Federico Aldrovandi, un luogo frequentato soprattutto dai giovani. Un luogo che può rappresentare una risposta alla domanda che anche i nostri ragazzi potranno farsi: chi era Federico Aldrovandi?

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Un luogo in ricordo di Federico Aldrovandi

Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi, ha voluto dedicare un pensiero al figlio scomparso nel 2005. Il 17 luglio sarebbe stato il giorno del suo compleanno, Federico avrebbe compiuto 33 anni. Era il 25 settembre del 2005 quando di ritorno da una serata con amici, il 18enne è morto alle prime ore del mattino, a Ferrara, dopo un violento scontro con quattro agenti di polizia.

Insieme a Stefano Cucchi e Giuseppe Uva, quello di Federico Aldrovandi è uno dei tanti casi di giovani uccisi per mano delle forze dell’ordine. Per “eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi” nel 2006 sono stati condannati quattro poliziotti a 3 anni e 6 mesi di reclusione.

Il Consiglio comunale di Bologna, il 16 luglio 2018, ha approvato la mia proposta per intitolare un luogo pubblico della nostra città a Federico Aldrovandi, un luogo frequentato soprattutto dai giovani. Un luogo che può rappresentare una risposta alla domanda che anche i nostri ragazzi potranno farsi: chi era Federico Aldrovandi?

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Priorità alla scuola

La scuola italiana è stata la prima a chiudere per l'emergenza Covid-19 e oggi non sappiamo ancora se e quando riaprirà a settembre.

Gentile Presidente, cosa possiamo fare a livello locale, per dare priorità alla nostra scuola e garantire il diritto allo studio a Bologna? Il Consiglio comunale ha approvato la mia proposta di Ordine del giorno che offre un contributo per ripensare la nostra comunità educativa, travolta dalla pandemia, e promuovere un’alleanza educativa, valorizzando le risorse e la partecipazione del nostro territori: Istituzioni culturali e educative, mondo del volontariato e terzo settore.


In questi mesi, la didattica a distanza ha consentito di tenere in vita nell’emergenza l’impegno formativo, ma sono anche aumentate diseguaglianze educative e sociali, come conseguenza della difficoltà di proseguire l’impegno di una didattica inclusiva e interculturale. Le esperienze e le energie messe in campo non devono certamente andare perse, ma sappiamo che, nonostante l'impegno straordinario dei docenti, la didattica a distanza non permette comunque di salvaguardare la “classe” come luogo fisico di relazioni tra studenti e insegnanti, valorizzando l’insegnamento e l’apprendimento. La scuola deve ripartire, perché l’educazione è il futuro, immediato e prossimo, della nostra città e del nostro Paese.

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