Domenica 4 dicembre
La radicalità che ha caratterizzato lo scontro politico di questi mesi, che è anche effetto dell'aver saldato l'approvazione della riforma con le sorti del governo del Paese, ha spostato l'attenzione dalla necessaria riflessione sul merito dei cambiamenti costituzionali sottoposti a referendum, quando invece è su questo che occorreva riflettere per decidere consapevolmente.
Riflettendo sul merito della riforma proposta ritengo che essa presenti i seguenti aspetti utili al Paese: il superamento del "bicameralismo perfetto" modificando ruolo e composizione del Senato, la ridefinizione del rapporto fra i poteri dello Stato e quelli delle Regioni, l'introduzione di nuovi strumenti di democrazia diretta e l’abolizione del Cnel. Il Senato, ridotto da 315 a 100 senatori, assumerà un ruolo consultivo riguardo la maggioranza delle leggi, mantenendo un ruolo deliberativo solo sulle future riforme costituzionali e per le leggi di emanazione europea.
Il superamento del "bicameralismo" introduce un elemento da tutti riconosciuto da tempo come utile al nostro Paese: un Senato delle Regioni composto da 74 consiglieri regionali eletti dai territori, 21 sindaci e 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica, assumerebbe un ruolo di indirizzo delle scelte maggiormente utili ai territori contribuendo a ridurre le conflittualità fra Istituzioni centrali e locali.
Queste considerazioni, che volutamente si limitano all'essenziale e lasciano in secondo ordine gli aspetti meno convincenti e probabilmente da rivedere alla luce degli effetti che produrranno, mi convincono a votare SI, una scelta confortata anche dalla certezza che non sarà facile trovare in futuro un Senato che voterà per la propria soppressione.