Il Referendum alla Bolognese (una non ricetta...)

Domenica 26 votiamo per il Referendum sulla scuola dell'infanzia. Purtroppo la sciagurata possibilità che la discussione sul referendum, strumento prezioso di partecipazione, degenerasse in uno scontro frontale, si è avverata. Un errore grossolano che coinvolge tutti, anche il primo cittadino di Bologna, colui che avrebbe dovuto, e dovrebbe sempre, rimanere super partes.

Qui trovate una mia intervista con la mia opinione sul voto (http://www.unipd.it/ilbo/content/bologna-e-la-scuola-bilico-tra-laicita-e-libera-scelta).

Da lunedì 27 spero sia possibile riprendere il lavoro per costruire un progetto di città educativa.

Sono sempre più convinto che la politica oggi debba imparare ad affrontare i problemi apertamente, coinvolgendo chi i problemi li vive. Mi rendo conto che è faticoso perché spesso si affrontano conflitti resi ancora più aspri dal momento storico. In questo senso, mi impegno a proseguire un confronto partecipato sulla scuola dopo il referendum di domenica, che purtroppo riduce ad una scelta fra due opzioni un tema complesso che richiede una riflessione più ampia e profonda.

Dovremmo semplicemente non dimenticare la nostra storia. La scuola bolognese è nata a seguito di un percorso di cittadinanza attiva. È stata pensata insieme: istituzioni, insegnanti, genitori, associazioni. Credo che il metodo sia centrale, possiamo decidere di dare fiducia ai cittadini e provare a costruire qualcosa di nuovo o, in alternativa, alimentare sfiducia e uno scollamento con la città. Purtroppo sono stati fatti molti errori, ma credo che sia possibile ripartire dal riconoscimento di ciò che non funziona per cambiare logica, senza aver paura degli esiti di un percorso inclusivo.

Il percorso partecipato 0-6 indica una strada possibile: http://bolognazerosei.comune.bologna.it/

La pagina del Comune di Bologna con tutte le informazioni sul Referendum: http://www.comune.bologna.it/partecipazione/contenuti/101:20107/