Lavoro in comune

Nel periodo di grave crisi economica che stiamo attraversando, la perdita del lavoro evidenzia quanto sia labile il confine che separa la cosiddetta normalità di chi è in salute ed è socialmente integrato, da chi si trova con problemi di riconoscimento occupazionale, esposto ai rischi di isolamento ed emarginazione. Si presenta una nuova esclusione che riguarda le persone che hanno perso il lavoro, le donne sole con figli, i giovani precari. Il confine tra inclusione ed esclusione si è fatto più sottile. Per ritrovarsi al di là della linea, basta a volte un vento critico.

Compito delle politiche pubbliche non è solo di fornire le necessarie risorse aggiuntive ma di rimuovere gli ostacoli, soprattutto quando è la collocazione sociale e familiare delle persone che vincola lo sviluppo delle loro capacità. Non sarà sufficiente, ad esempio, avere garantita l’istruzione da una donna perché essa sia in grado di entrare nel mercato del lavoro, se non si fa in modo che non sia schiacciata dal peso del lavoro familiare e di cura. In concreto, a Bologna oggi, significa:

  • Permettere alle donne di lavorare:
    • copertura asili nido al 100% della domanda
    • copertura orari fino alle 18.30
    • apertura in Giugno, Luglio e inizio Settembre di Asili e scuole materne
  • Attrarre aziendea Bologna:
    • burocrazia abbattuta grazie a sportelli comunali che sgravano le aziende di tutta la burocrazia per aprire, gestire e chiudere le aziende
    • creazione di un Fondo di seed-capital for-profit misto pubblico-privato di investimento in start-up che operino sul territorio bolognese
    • creazione di un Fondo di Comunità per il sostegno al reddito (reddito minimo garantito di inserimento lavorativo per attività di stage, tirocinio, formazione, etc.) delle persone non occupate (in particolare donne, giovani precari o persone che hanno perso il lavoro a seguito di crisi aziendali), costituito e alimentato tramite il recupero di evasione fiscale, trasferimenti regionali previsti per i Piani di Zona, quote del Fondo Sociale Europeo, contributi di fondazioni, banche e imprese, azioni di fund-raising
    • uso degli immobili inutilizzati di proprietà comunale per inserire aziende che decidono di aprire o trasferirsi a Bologna con affitti indicizzati sui risultati economici (modello stock-option silicon valley, ovvero il comune entra nell'azionariato invece che avere affitti: se poi l'azienda va bene rivende le proprie azioni)
  • Qualità della vita dei lavoratori:
    • richiesta alla Regione di integrare gli ammortizzatori sociali nazionali con strumenti regionali
    • convenzionamento del Comune con asili aziendali per calmierare il costo per le famiglie
  • Attrarre turismoa Bologna:
    • un concorso di idee per creare il marchio Bologna è un'opportunità per giovani e creativi bolognesi per farsi conoscere ma anche per promuovere il turismo anche in senso di marketing territoriale